Pennacchi sulle orme di Saviano: pronto a tradire Mondadori
«France’, ma che cazzo vuoi? Famme ’na domanda e io te risponno». E famo ’sta domanda: lasci Mondadori? «Ma che vuol dire? Io di libri con altri editori ne ho sempre fatti. Con Laterza, con Donzelli... Non farme parla’ de Donzelli...». FANTAROMANZO Sta di fatto che Antonio Pennacchi, vincitore dell’ultimo premio Strega e fasciocomunista candidato sindaco a Latina per Futuro e libertà pubblicherà due romanzi con Baldini e Castoldi. Il primo è un vecchio libro, Una nuvola rossa, l’altro è un nuovo romanzo, Cronache da un pianeta abbandonato, che lui definisce «un romanzo de fantascienza, letteratura...». Già i maligni sussurrano: dopo Roberto Saviano e il teologo Vito Mancuso, se ne va anche l’ultima star mondadoriana. Motivo: non compromettersi con Berlusconi. Ma Pennacchi non ama il giochino politico: «Berlusconi me sta sul cazzo e lo sanno tutti, me so’ pure candidato in una lista. Ma con Mondadori ho lavorato bene». Dunque niente complottismi, si tratta solo di mercato editoriale. «C’è il libero mercato o no?», chiede Pennacchi, «se fosse per me ci sarebbe la dittatura del proletariato, ma visto che c’è il mercato mi comporto come uno che vende pomodori. Solo che io vendo i libri». Ha assoldato un agente, il primo della sua carriera, Simone Morandi, e lui ha trattato con Baldini. Ma nulla vieta a Pennacchi di ripubblicare per Mondadori. Certo, la notizia dell’uscita di due libri per un altro editore è notevole. Mondadori ha già perso, per squallidi motivi politici, due autori di tutto rilievo. Smarrire per strada il creatore dell’apprezzatissimo Canale Mussolini non è una bella novità. Secondo il diretto interessato, tuttavia, non si tratta di una scelta definitiva né tantomeno di una decisione sostenuta da ragioni di schieramento. Sarà pure finiano, ma Pennacchi verso la Mondadori ha sempre dimostrato una stima incondizionata. In tempi non sospetti a noi dichiarò che Vito Mancuso avrebbe potuto «andarsene affanculo» poiché contestava il colosso di Segrate. Anzi, consigliava a Riccardo Cavallero, direttore generale dell’azienda, di cacciare il teologo «a calci in culo». Resta il fatto che il romanziere fasciocomunista tradirà per un paio di uscite. In pieno clima di odio verso il premier e le sue aziende non è una grande notizia. Però le sue dichiarazioni ci confortano. MAI DIRE MAI «Non è detto che in futuro torni a pubblicare per Mondadori», dice. E si congeda nel modo solito: «Salutami Maurizio Belpietro, lui mi ha fatto scrivere in totale libertà: non lo dimentico. Mandalo affanculo, però salutamelo». Sarà fatto, Antonio, sarà fatto. di Francesco Borgonovo