Premier in aula: "Mills? Non l'ho mai conosciuto"

Andrea Tempestini

Silvio Berlusconi si è presentato ai giudici di Milano per il caso Mills, dove deve rispondere di corruzione del legale inglese, e ha fatto così decadere la contumacia. Ma l'avvocato Mills, ha dichiarato il premier, "non ricordo di averlo mai conosciuto". La rivelazione è contenuta nel libro di Bruno Vespa, Viaggio in un'Italia diversa, di cui ampi stralci sono stati diffusi lunedì mattina dallo staff del presidente del Consiglio ai cronisti riuniti nell'aula del processo milanese. "L'avvocato Mills era uno dei tantissimi avvocati di cui all’estero si era servito occasionalmente il gruppo Fininvest. Io non ricordo di non averlo mai conosciuto", ha spiegato il Cavaliere. "PROCESSO INCREDIBILE" - In una pausa dei lavori in aula, Berlusconi ha promesso ai giornalisti presenti "un bel regalo". Sorridendo, ha affermato: "Vi faccio un bel regalino...Ora i miei avvocati me lo impediscono". Poi, conversando con i cronisti, ha affermato: "Si tratta di un processo incredibile. Come tutti gli altri". Il premier ha lasciato l'aula poco dopo le 13.30 dopo che il collegio dei giudici presieduto da Francesca Vitale aveva dichiarato terminata l'udienza, aggiornando i lavori al 16 maggio prossimo quando, tra gli altri, sarà sentito come testimone anche Flavio Briatore. Berlusconi, dopo aver conversato con la stampa in una pausa del processo, ha lasciato il palazzo di giustizia senza rilasciare più alcuna dichiarazione. "LASSINI, PARAGONE INDEBITO" - Nella pausa dei lavori il premier è tornato anche sui manifesti di Lassini, definendo "indebito" il paragone formulato dal candidato del Pdl a Milano. "Ho telefonato a Lassini - ha spiegato Berlusconi - ma solo dopo che il sindaco Moratti mi aveva assicurato che si era ritiratod alle elezioni". Parlando dei magistrati vittime del terrorismo, il Cavaliere ha dichiarato: "Ci inchiniamo nei confronti di questi magistrati che abbiamo assunto come figure eroiche e gli tributiamo il massimo del riconoscimento dell'onore". MOMENTI DI TENSIONE - Seguendo un copione già collaudato, per l'arrivo del premier, le forze dell'ordine avevano transennato le vie d'accesso al tribunale, mentre al primo piano della cittadella giudiziaria milanese anche l'afflusso di pubblico e di giornalisti è stato controllato attraverso l'identificazione e lunghe transenne. Il premier è arrivato al Tribunale intorno alle 10 e ha dichiarato. Come spesso accade, non sono mancati momenti di tensione fuori dall'aula. Questa volta il momento di celebrità è toccato a Pietro Palau Giovannetti, presidente della onlus Movimento per la giustizia Robin Hood. L'uomo è stato allontanato e identificato dalle forze dell'ordine fuori dal palazzo di giustizia per aver urlato contro una decina di persone che manifestavano in solidarietà a Berlusconi: ""Vi dovete vergognare, la vera malagiustizia è un'altra". Poi ai giornalisti ha spiegato: "Stavo facendo le normali attività dell'associazione al palazzo di giustizia, quando uscendo ho visto la gente con i cartelli e mi sono scandalizzato. Ho gridato che la vera malagiustizia è un’altra, che si dovevano vergognare, e subito quattro agenti della Digos mi hanno aggredito e trascinato via di forza". FOTO DEI PM - Ad accogliere il premier, sopra il tribunale di Milano, c'erano tre giagantesche fotografie - dieci metri per cinque - con i volti del pm Emilio Alessandrini, del giudice istruttore Guido Galli (uccisi dai terroristi di Prima Linea nel 1979 e nel 1980) e dell'avvocato Giorgio Ambrosoli, il liquidatore della Banca Privata assassinato nel 1979 su mandato del banchiere Michele Sindona. Le tre foto sono state fatte stampare dal presidente del tribunale, Livia Pomodoro, in occasione della terza "Giornata della Memoria" dei servitori dello Stato uccisi, quest'anno concentrata in particolare sui magistrati dopo l'attenzione catalizzata dai celeberrimi cartelli di Lassini ("Via le Br dalle procure").