Wojtyla, la veste dell'attentato sarà reliquia
Sarà presto santo, anche se per tutti lo è già, ma l’annuncio è semi-ufficiale, dunque “certificante”. E per papa Giovanni Paolo II, ormai salito agli onori degli altari, si allunga la lista, oltre che di presunti miracoli e grazie che sarebbero avvenuti per sua intercessione, anche quella delle reliquie. Compresa una maglia impregnata del sangue del Papa, quando il 13 maggio 1981, fu colpito da due colpi di pistola esplosi da Ali Agca. L’indumento è stato donato da Anna Stanghellini alle suore Figlie della Carità, a Roma, che lo hanno custodito con totale venerazione, dentro una teca. La signora Anna, senza famiglia, ha vissuto gli ultimi anni della sua vita con le suore. Nel 2004 è scomparsa e ha lasciato a loro la reliquia. E loro oggi ne rivelano la storia. Anna Stanghellini, infatti, era un’infermiera del policlinico Gemelli, in servizio quel terribile pomeriggio dell’81. Mentre preparavano il Papa per farlo entrare in sala operatoria gli vennero tolti tutti gli indumenti. La t-shirt bianca tutta inzuppata di sangue finì in un angolo, in attesa di essere buttata assieme alle garze usate come tampone. Finita l’operazione chirurgica Anna vide quella maglietta e la prese dal cesto senza dire nulla a nessuno e se la portò via. Oggi quella maglia è stata messa sotto vetro ed è conservata nell’istituto religioso. Anche la Santa Sede ha certificato la natura e la provenienza della reliquia, per qualcuno già diventata una sorte di “sindone” del nuovo beato, anche perchè testimonianza e simbolo concreto del dolore e della sofferenza patita da Karol Wojtyla. E se per tutti, in fondo, il Papa è già santo senza alcuna distinzione di fatto , arriva comunque l’autorevole conferma di una volontà di lavorare alacremente per arrivare, in tempi altrettanto rapidi, alla canonizzazione del beato Karol. I cui resti mortali già da oggi riposano nella Basilica di San Pietro, destino e onore non comune. «Per la canonizzazione ci vuole un altro miracolo. Non credo che si possa fare una previsione precisa sulla data. Si può solo dire che dopo la beatificazione la postulazione si metterà all’opera per la raccolta delle grazie e per una loro eventuale valutazione». Lo afferma il cardinale Angelo Amato, prefetto della Congregazione per le cause dei santi. Finora, sottolinea, «la causa di Giovanni Paolo II è stata facilitata sia da una diffusissima fama sanctitatis, sia anche da un’altrettanto solida fama signorum. Sono infatti innumerevoli le grazie - tra esse c’è anche il miracolo ottenuto da Suor Marie Simon Pierre - che i fedeli di tutto il mondo hanno ricevuto con l’intercessione di Papa Wojtyla». Ancora oggi, assicura il cardinale salesiano, «arrivano testimonianze in tal senso». Ma bisogna ricordare, come ha chiarito Josè Saraiva Martins, prefetto emerito della Congregazione per le cause dei santi, la canonizzazione di Giovanni Paolo II servirà un nuovo miracolo attribuito alla intercessione del Pontefice polacco, che dovrà essere successivo alla beatificazione del prossimo primo maggio. Ieri, nelle Grotte Vaticane, ha avuto luogo l’apertura della tomba di Giovanni Paolo II e l’estrazione della teca contenente il suo corpo. La teca rimarrà nelle Grotte fino a domani mattina, quando sarà portata nella Basilica, davanti all’altare centrale, per l’omaggio del Santo Padre e dei fedeli dopo la beatificazione. Nel frattempo le Grotte sono chiuse al pubblico. La reposizione stabile del corpo del beato sotto l’altare della cappella di San Sebastiano avverrà probabilmente la sera di lunedì, dopo la chiusura serale della basilica. Dalla sala stampa vaticana sono stati diffusi poi alcuni particolari sulla tomba di Giovanni Paolo II. Il Papa è stato sepolto all’interno di tre casse. La prima, di legno, è quella che era esposta durante il funerale. La seconda è di piombo e sigillata. La terza, esterna, è nuovamente di legno, ed è quella che si è vista ieri al momento della estrazione dalla tomba, «in buono stato di conservazione, pur manifestando alcuni segni del tempo», come spiega il comunicato vaticano. Tutto pronto, dunque, per la beatificazione. I pellegrini stanno arrivando in massa, la macchina dell’evento si è messa in moto, e si fanno i conti sui partecipanti “titolati”: dai vip ai giornalisti. Alla cerimonia prenderanno parte 87 delegazioni ufficiali: ci saranno i membri di cinque case reali regnanti e altri sedici capi di Stato, tra cui il presidente Giorgio Napolitano e il premier Silvio Berlusconi. Il rito sarà seguito da 1300 televisioni, 250 radio e 700 testate giornalistiche: 230 i fotografi accreditati. Situazione sotto contorllo, sotto il profilo della sicurezza e dell’ordine pubblico, assicurano le istituzioni e le forze di polizia. Unica incognita: il tempo. Si prevede, infatti, pioggia a catinelle sui fedeli in preghiera. di Caterina Maniaci