"Il titolo contro Giulio firmato da Berlusconi"

Giulio Bucchi

Guerra o piccola ripicca tra coniugi che sia, quella tra Silvio Berlusconi e Giulio Tremonti è una situazione tesa, tesissima. Perché in ballo c'è la tenuta del governo e l'immagine del Pdl. Ed è una situazione non facile da inquadrare, in cui contanto e tanto i caratteri dei due uomini in questione, quasi opposti. Come scrive il direttore di Libero Maurizio Belpietro nell'editoriale in edicola venerdì 29 aprile, Berlusconi sa che Tremonti non è un tipo facile, e dopo 7 anni al suo fianco strilli e sfoghi sono messi in conto. Giulio si è fatto la fama di signor no, ma ha tenuto in ordine i conti e trovarne uno che sappia fare altrettanto prendendo il suo posto non è facile. Dunque, con qualche sospiro e le braccia allargate in segno di rassegnazione, Silvio non farà guerra a Tremonti. Al massimo qualche rimbrotto, come i vecchi coniugi. Il problema è che lo strappo c'è stato, e come ricalca la Padania è avvenuto via stampa, dalle pagine del Giornale diretto da Alessandro Sallusti e dal settimanale Panorama, che nel numero in edicola il 29 aprile va giù duro sul ministro dell'Economia. Colpi a Tremonti e, più o meno direttamente, colpi alla Lega. Come scrive Franco Bechis, sempre su Libero del 29 aprile,  alla Camera dei deputati, in questi giorni, la parola proibita è proprio "Giulio Tremonti".  Marco Milanese, deputato campano e primo assistente del ministro dell'Economia, sibila una sola frase: "E' nero, nerissimo". Tutti capiscono, e vanno al titolo sulla prima pagina del Giornale di ieri, "Tremonti aizza la Lega". Bechis riferisce che Osvaldo Napoli, vicepresidente del gruppo parlamentare, uno che di solito devi imbavagliare per farlo tacere un attimo: "E'  arrivato l'ordine - spiega sottovoce - e del caso Tremonti nessuno di noi deve parlare. Bisogna sopire, fare calmare le acque...". Daniela Santanchè, invece, si abbottona: "Tremonti? Ah, no, io di questo non parlo assolutamente. Nemmeno con la tortura mi strapperete una parola". E se per Maurizio Lupi, il vicepresidente della Camera, "il caso non esiste", basta parlare con Denis Verdini (uno che se ne frega), per vederci un po' più chiaro: "Sì, il caso esiste. Ma è un po’ amplificato dai media e da chi ha qualche interesse in ballo". Poi la domanda la fa Verdini: "Secondo te chi l'ha fatto quel titolo sulla prima pagina del Giornale?". E chi l’avrà fatto? Il direttore? Il vicedirettore? "Ma noooo! L'ha fatto Berlusconi di suo pugno...". Per il potente coordinatore, è più una questione elettorale (con il Pdl in recupero sulla Lega) che di contenuti. Sui giornali scrivono che Tremonti sia irritato per l’appoggio a Mario Draghi alla Bce… "Cazzate", le liquida perentorio Verdini, "ma ti sembra? Soluzione ideale per Tremonti che si toglie Draghi dalle balle...". Dopo tanto silenzio, una parola chiara. Gli altri tacciono.