Faida al 'Fatto Quotidiano': "Travaglio mi ha lanciato una fatwa"

Andrea Tempestini

Finito il bel tempo dei premi alla redazione e delle smancerie, al Fatto  volano i piatti. Roberto Corradi, responsabile e tuttofare dell’inserto satirico  Il Misfatto, è stato silurato. Ne ha dato l’annuncio domenica, in un risentito editoriale, Luca Telese, una delle firme più in vista del giornale nonché co-curatore delle pagine satireggianti.  «Per volontà del direttore e del vicedirettore», cioè di Antonio Padellaro e di Marco Travaglio, l’inserto verrà affidato al  vignettista Stefano Disegni. Telese e Corradi commentavano così: «Adesso che lo spazio c’è, e i soldi pure, i Garibaldini che hanno voluto la presa di Porta Pia vengono mandati a casa per dare spazio al Grande Professionista della Satira che all’inizio aveva declinato l’invito».  E si auguravano che Disegni «col triplo del nostro budget, raggiunga risultati comparabili ai nostri migliori». Mentre sul web molti lettori strepitano (c’è chi dice che abbandonerà il giornale, chi è indignato per il trattamento riservato a Corradi e chi invece è soddisfatto della nuova direzione), ieri l’amministratore delegato del Fatto, Giorgio Poidomani, ha dichiarato a Italia Oggi che, in effetti, la spesa per il progetto di Disegni sarà considerevole: «Un gruppo che costa di più del precedente, in maniera sensibile. Ma non il triplo». Però, insomma, siamo lì. A malincuore, Poidomani ammette anche che  l’introduzione del Misfatto, «ha migliorato le diffusioni domenicali del Fatto in maniera sensibile».  Dunque perché far piazza pulita della redazione?  Decisione di Travaglio (che come vicedirettore ha la delega agli inserti) approvata da Padellaro. Posto che un direttore ha il diritto di fare quello che gli pare, gli ex componenti della ex famigliola felice contestano i modi del siluramento. I censori della democrazia avrebbero agito da ducetti. In particolare il Commissario Travaglioni, il quale mal sopporta che qualcuno lo metta in ombra, specialmente dopo che è diventato una soubrette delle più ammirate: la settimana scorsa, per esempio,  compariva sulla copertina di Vanity Fair e A. Secondo Roberto Corradi, ormai ex curatore del Misfatto, contraddire la spalla di Santoro non è un buon affare: «L’inserto era stato inizialmente proposto a Stefano Disegni», spiega a Libero, «il quale voleva chiamarlo Sandokan. Lui  ha rifiutato, ed è stato affidato a me. Travaglio non ci controllava, ci ha rimproverato di non averlo coinvolto, ci ha fatto la guerra sotto ogni aspetto. Poi ci ha lanciato la fatwa».   Eppure i due si conoscevano da tempo. «L’avevo contattato io», dice Corradi, «chiedendogli indicazioni per pubblicare un libro con una casa editrice che non fosse di Berlusconi. Era stato molto gentile, mi aveva dato una mano. Assieme a un’altra persona ho lavorato al suo sito, Voglioscendere, dal quale è stata tratta anche un’agenda di cui sono uno degli autori». Alla vicenda del sito è legato  un episodio che fa molto arrabbiare Corradi: «Ho inventato il soprannome “Al Tappone” per Berlusconi. Lo stesso premier un giorno disse di trovarlo divertente. Travaglio me l’ha rubato, ha detto di averlo inventato lui: è stata una cosa stupida». Ma perché quest’astio? «Probabilmente, ripeto,  la sua insofferenza è nata perché sfuggivamo al suo controllo. Ho cercato un dialogo con lui, ma non sono riuscito nemmeno a farlo dialogare con le mie ginocchia, visto che non  mi guardava mai in faccia. C’è stato uno scambio di mail. In una  diceva: “Non mi avete chiesto neanche tre righe”. E in un’altra: “Io su quelle cagate la faccia non ce la voglio mettere”.  Però Padellaro fino a poco fa ci faceva i complimenti. Hanno fatto tutto di nascosto. A gennaio ho saputo da un’amica che Disegni, a una cena, ha detto  che ci avrebbero cacciati. Ne ho avuto  conferma quando abbiamo ricevuto per errore una mail da alcuni collaboratori del nuovo Misfatto, i quali pensavano di doversi rivolgere a noi». Ma come? Trasparenza, giustizia, poi fanno i complottini? «Non ce l’ho con Disegni», continua Corradi, «fa il suo lavoro. Contesto il comportamento di Travaglio. E di Padellaro che ha approvato. Del resto lui è un ologramma di Travaglio». Certo, anche sul vignettista Corradi ne ha da dire: «Ha scritto un programma per Raidue, credo si chiamasse Stiamo tutti bene. Fu un flop clamoroso e l’hanno chiuso. Sa chi c’era nel cast? Belen. La stessa che lui in una striscia ha disegnato senza testa». Già, la famosa “gnocca senza testa”. Pensare che Travaglio, quando ad Annozero un ospite descrisse così Rula Jebreal, si era pure indignato... di Francesco Borgonovo