L'Unione frena su Schengen. Un affare per Sarkò?

Giulio Bucchi

L'atteso vertice bilaterale tra Italia e Francia si è concluso con un'intesa di massima sul problema immigrazione. La Commissione Europea ha subito frenato: "Il trattato di Schengen - spiegano da Bruxelles - può essere rivisto, ma non sospeso". Sarkozy e Berlusconi, in buona sostanza, passano la palla alla Ue, ma non si hanno garanzie sulla linea che seguirà il Vecchio Continente: Roma riceverà aiuti sostanziali nella gestione dei flussi migratori? L'Eliseo, invece, sembra lasciare Villa Madama con un pezzetto di Parmalat in più. Il premier Berlusconi, seppur "sorpreso" per il tempismo dell'offerta, ha definito l'Opa di Lactalis sul colosso italiano "non ostile". L'Italia, infine, ottiene l'appoggio dei cugini transalpini, che spingeranno per Mario Draghi come successore di Jean-Claude Trichet al vertice della Banca Centrale Europea. Ma Draghi era già un candidato forte. L'affare l'ha fatto Sarkozy? Di seguito la cronaca della giornata. Una lettera ai vertici di Bruxelles per chiedere all'Unione europea maggiore cooperazione coi Paesi della sponda Sud del Mediterraneo. E' il primo frutto della "forte convergenza" annunciata dal premier Silvio Berlusconi e dal presidente transalpino Nicolas Sarkozy al termine del vertice bilaterale Italia-Francia a Villa Madama, a Roma. Sul tavolo la gestione dell'emergenza immigrazione e la governance di Schengen, che Berlusconi e Sarkozy porranno al presidente del Consiglio Ue, Hermann Van Rompuy e al presidente della Commissione Ue, Manuel Barroso. Il concetto chiave è il "ripristino dei controlli delle frontiere interne in situazioni eccezionali". Berlusconi spiega che "nessuno di noi vuole negare" o abolire l'accordo di Schengen, "ma in circostanze eccezionali crediamo debbano esserci variazioni a cui abbiamo deciso di lavorare insieme". Poi Sarkozy sottolinea: "Vogliamo che il trattato di Schengen viva, ma perché viva deve essere riformato". REPLICA DELLA UE - Nel pomeriggio di martedì la Commissione Europea ha risposto all'appello arrivato da Palazzo Madama, e ha annunciato che ridefinirà le "condizioni eccezionali" che permettono agli Stati membri di Schengen di ristabilire "temporaneamente" controllo alle loro frontiere nazionali. Olivier Bailly, un portavoce della Commissione ha spiegato che "è già possibile ristabilire temporaneamente controlli alle frontiere. Quello che cerchiamo è di definire le condizioni nelle quali questo si potrà fare". Il commissario Cecilia Mamstrom ha annunciato che alcune proposte verranno formulate già il prossimo 4 maggio, in vista dell'esame dei ministri dell'Interno della Ue, che si riuniranno il 12 maggio. Bailly ha poi sottolineato che "non rivoluzioneremo tutto" l'accordo di Schengen: "Si tratta - ha proseguito - di limare le differenze di interpretazione su queste regole". Il portavoce ha poi aggiunto che il ristabilimento delle frontiere nazionali potrà essere autorizzato "come ultimo rimedio" solo nel caso in cui uno Stato di frontiera esterna all'Unione Europea sia venuto meno ai suoi obblighi e non abbia la possibilità di controllare i flussi migratori. "INCONTRO MOLTO POSITIVO" - Il bilaterale, hanno affermato Berlusconi e Sarkozy, è stato "molto, molto positivo" poiché tra i due Paesi "c'è convergenza su tutti i temi affrontati", che spaziavano dall'immigrazione, al conflitto libico, alle tensioni nel mediterraneo e alla cooperazione economica e industriale tra Roma e Parigi. Silvio Berlusconi era arrivato a Villa Madama intorno alle undici meno un quarto, mentre l'omologo transalpino è giunto quasi un'ora dopo. Il vertice, che segue le recenti tensioni diplomatiche tra i due Paesi, si è aparto con una stretta di mano e con gli inni nazionali. Insieme a Sarkozy, al tavole dei lavori, c'era il premier francese Francois Fillon. La delegazione italiana era composta dal ministro degli Esteri, Franco Frattini, Roberto Maroni (Interno) e Giulio Tremonti (Economia). DRAGHI E LA BCE - Dietro al vertice romano tra Berlusconi e Sarkozy, come scrive Franco Bechis su Libero di martedì 26 aprile, potrebbe essersi celato uno scambio di figurine: "Dammi un Mario Draghi e io ti do mille vu cumprà", o meglio "Tu non mandarmi più immigrati tunisini alla frontiera di Ventimiglia e io aprirò la dogana per fare uscire Draghi e portarlo al vertice della Bce". E in effetti a Villa Madama si è parlato anche di Draghi. "La Francia è felice di appoggiarlo alla presidenza della Bce - ha dichiarato Sarkozy in conferenza stampa -. Lo appoggiamo perché è un uomo di qualità ed è importante per noi che un italiano abbia un tale incarico. Dal canto suo, il presidente Berlusconi - ha sottolineato Sarkò - si è impegnato affinchè l'Italia appoggi la nomina di un francese all'interno del direttorio": eccolo qui, lo scambio di figurine. Il vice direttore di Libero, però, ricorda come "l'importante è non farsi infinocchiare troppo" da Sarkozy. "Perché il governo francese è già mezzo convinto della candidatura Draghi. Il ministro delle Finanze di Parigi, Christine Lagarde, ha già dato in modo non ufficiale il suo appoggio convinto. Draghi è stimato, i francesi non hanno un candidato così forte da proporre alla successione di Jean Claude Trichet, gli altri paesi forti dell’area euro nemmeno". Quindi il sostegno della Francia sarebbe utile ma non decisivo né totalmente strumentale. PARMALAT-LACTALIS - Nel giorno in cui è deflagrata la bomba dell'Opa di Lactalis su Parmalat - altro elemento alla base di aspre polemiche tra l'Eliseo e il nostro esecutivo - il tema non poteva essere taciuto. Berlusconi ha dichiarato che "non considero l'Opa di Lactalis su parmalat come un'Opa ostile". Il premier ha aggiunto però di ritenere "singolare che sia stata lanciata proprio oggi", in concomitanza con il bilaterale. "Proprio per questo - ha aggiunto Berlusconi, "escludo nella maniera più assoluta che ci potesse essere da parte del governo francese consapevolezza di questa sovrapposizione". Sarkozy ha ribattuto sottolineando come "la nostra proposta è quella di unirsi per creare grandi gruppi franco-italiani". Entrando nel dettaglio del caso Parmalat-Lactalis, ha aggiunto che "dobbiamo trovare una soluzione e i ministri Lagarde e Tremonti la troveranno". Sarkozy ha poi ricordato come Lactalis sia il primo acquirente di latte di Parmalat. BERLUSCONI: "STOP VIOLENZE IN SIRIA" - Il presidente del consiglio ha poi condannato la violenta repressione in corso in Siria ad opera del regime di Bashar Assad: "Siamo molto preoccupati. Rivolgiamo un appello forte alle autorità di Damasco, per fermare la repressione violenta di quelle che sono dimostrazioni pacifiche". In un appello comune con Sarkozy, il premier chiede che "tutte le parti in causa agiscano con moderazione. Rinnoviamo l’invito alle autorità di Damasco a dare un seguito concreto e immediato alle importanti riforme che sono state annunciate".