Francia ambigua: "Schengen? Mai messo in dubbio"

Giulio Bucchi

Chiusura totale agli immigrati. La tentazione, il presidente Nicolas Sarkozy, l'ha sempre avuta e ora torna alla carica. Nel vertice Italia-Francia di martedì a Roma si "rifletterà" sulla possibilità di "sospendere l'accordo di Schengen in caso di defaillance sistematiche" come quella del recente flusso di migranti tunisini. Lo ha detto una fonte dell'Eliseo a Parigi, precisando che la sospensione "sarebbe valida fin quando il problema non sarà risolto". Imbarazzi e polemiche in arrivo, prima che nella serata arrivasse la smentita in sede di commissione europea per gli Affar interni. "Le autorità francesi - ha annunciato Michele Cercone, portavoce della commissaria europea Cecilia Malmstrom - hanno chiarito alla Commissione europea di non avere alcuna intenzione di introdurre controlli alle frontiere interne" o "di avere mai ipotizzato una sospensione degli accordi" di Schengen. In ogni caso, per il vertice di martedì Roma-Parigi, si preannunciano scintille. PARTENZE E RESPINGIMENTI- La situazione alla frontiera rimane infatti caldissima. Circa 200 immigrati nordafricani sono partiti questa mattina da Ventimiglia in direzione Francia. In gran parte erano arrivati ieri notte con il treno da Roma delle 23.15 e avevano perso la coincidenza con il treno in partenza alle 23.30 per Nizza. La mancata partenza aveva causato nella un aumento rispetto alla media del numero di immigrati presenti in città. Non si sono avuti disordini, né al centro di accoglienza temporaneo né in stazione. In mattinata si sono avuti una cinquantina di nuovi arrivi. La media di presenze di immigrati a Ventimiglia si aggira sulle 150 unità. Di pari passo con gli ingressi, Parigi prosegue con la politica, rigidissima, dei respingimenti: circa venti migranti muniti di permesso di soggiorno e di titolo di viaggio, ma con i soldi insufficienti rispetto ai criteri fissati dalla Francia, sono stati riaccompagnati alla polizia di frontiera italiana. I magrebini, fermati alla stazione di Nizza, non avevano infatti i 62 euro giornalieri come richiesto dal governo d'Oltralpe. Nel centro di Nimes ci sarebbero almeno altri 150 nelle loro stesse condizioni.