Siria, almeno 60 vittime nei cortei anti-Bashar

Andrea Tempestini

Venerdì della collera e di sangue in Siria, dove 60 persone sono rimaste in seguito alla dura repressione delle forze di sicurezza di Damasco contro l'imponente manifestazione di protesta contro il regime del presidente Bashar al-Assad. Tra chi ha perso la vita ci sarebbe anche un bambino di 11 anni, mentre i feriti sarebbero alcune decine. I cortei di protesta, i più grandi da quando è scattata la ribellione a marzo, sono iniziati in tutto il Paese dopo la tradizionale preghiera islamica del venerdì. Anche per questo si era parlato di Venerdì Santo della protesta, a sottolineare l'unione di cristiani e musulmani nel volere le dimissioni del regime del presidente, in carica da 11 anni. Molte delle vittime sono state registrate nel villaggio di Ezra e nel sobborgo di Douma della capitale Damasco. Cortei contro il regine di Assad sono stati segnalati anche ad Aleppo, Deraa, Homs, Banias, Qamishli, e in alcune province remote del Paese. Sale così ad almeno 260 morti il bilancio delle vittime degli scontri tra manifestanti e polizia da metà marzo.   LE RIFORME NON BASTANO - Non sono bastate a placare la piazza le promesse di riforme e la revoca dello stato di emergenza da parte di Assad. Il presidente ha anche promosso l’abolizione dei tribunali speciali e concesso la possibilità di "manifestare pacificamente", ma queste misure sono state giudicate "insufficienti" dall'opposiozione, che chiede le sue dimissioni.