Berlusconi sfida il Colle

Dario Mazzocchi

E' scontro tra il governo ed il Quirinale sul decreto legge che riguarda il caso di Eluana Englaro. Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha dichirato che non lo firmerà dal momento che è ritenuto incostituzionale. Silvio Berlusconi difende invece la posizione del governo sul decreto legge che riguarda il caso di Eluana Englaro. Un provvedimento “ispirato al lavoro di molti costituzionalisti e in particolare all’intervento del presidente emerito della Consulta Onida”, ha affermato il presidente del Consiglio che ha aggiunto che “in attesa dell’approvazione della completa e organica disciplina legislativa sul fine vita alimentazione e idratazione in quanto forme di sostegno vitale e fisologicamente finalizzate ad alleviare le sofferenze non possono in alcun caso essere sospese da chi assiste soggetti non in grado di provvedere a se stessi”. Riferendosi alla lettera del capo dello Stato, Berlusconi ha risposto che "ci sono i presupposti di necessità ed urgenza previsti dalla Costituzione". La Costituzione, ha precisato il Cavaliere, affida al governo "di valutare se ci sono tali requisiti". “Andiamo avanti con il decreto. Se io non intervenissi con un decreto, sentirei personalmente di aver compiuto una omissione di soccorso. Non possiamo far ricadere su di noi la responsabilità della morte di Eluana”, è quanto avrebbe detto nel corso del Cdm di questa mattina. "Eluana è persona viva" "Napolitano non firma decreto? Camere votino legge in anticipo". Se il Presidente della Repubblica non intende firmare il decreto sullo stop alla morte di Eluana, interventano le Camere approvando misure che anticipino una legge in materia. Lo ha dichiarato il premier, Silvio Berlusconi. Il presidente del Consiglio ha poi giustificato l'esigenza del dl con l'urgenza dell'azione e con il fatto che, a suo avviso, "Eluana è persona viva". Fini preoccupato "Desta forte preoccupazione che il Consiglio dei Ministri non abbia accolto l'invito del capo dello Stato, ampiamente motivato sotto il profilo costituzionale e giuridico, ad evitare un contrasto formale in materia di decretazione d'urgenza": con una nota il presidente della Camera, Gianfranco Fini, ha manifestato il suo disappunto per quanto accaduto questa mattina in Consiglio dei ministri sul decreto legge. Già ieri Fini aveva dichiarato la sua contrarietà al provvedimento del governo, schierandosi dalla parte del presidente della Repubblica.