Ascoli, Melania uccisa con 35 fendenti Medico: "Si tratta di un delitto di impeto"
Si è conclusa poco dopo le 20 di giovedì sera l'autopsia sul corpo di Carmela Rea, detta Melania, la 29enne di Folignano scomparsa il 18 aprile da Ascoli Piceno. La donna sarebbe stata uccisa martedì sera, il giorno dopo la scomparsa sul colle San Marco, con 35 coltellate, soprattutto al tronco e al collo. Il corpo sarebbe stato porato sul luogo del ritrovamento mercoledì mattina (quindi il delitto sarebbe avvenuto altrove). Il professor Adriano Tagliabracci dell'ospedale di Teramo ha spiegato che non ci sono segni di violenza sessuale sul corpo. Sul collo della donna è stata incisa una svastica. L'autopsia è durata circa 4 ore, e il professor Tagliabracci ha spiegato alla stampa che si è trattato di "un delitto di impeto", che le ferite alla gola e al corpo sono arrivate in profondità e che la donna avrebbe perso molto sangue. Il cadavere di Melania ritrovato in una zona boscosa di Ripe di Civitella del Tronto, nel Teramano. Se non bastasse l'orrore del delitto di Melania, tra gli investigatori comincia a prendere piede il sospetto che nelle Marche si aggiri un serial killer. Il caso di Melania ricorda quello di Rossella Goffo, funzionaria della Prefettura di Ancona, anche lei sparita nel gennaio del 2011 nei pressi di Ascoli e poi ritrovata morta. OMBRA DEL SERIAL KILLER - Secondo il criminologo Francesco Bruno, l'omicidio di due donne more ed entrambe con i capelli lunghi hanno troppe analogie: si profila così l'ombra di un serial killer. "Forse è un militare - spiega Bruno - e potrebbe colpire ancora". Secondo il criminologo l'omicida è un uomo che agisce da solo, in fretta, e non spinto dal movente sessuale ma soltanto per il gusto di uccidere. "Quello che ha ucciso Carmela Rea è un serial killer", taglia corto Bruno. "Abbiamo due donne dalla vita apparentemente ineccepibile, con le stesse caratteristiche somatiche. Ma anche le modalità degli omicidi è simile". Rossella era stata strangolata, mentre Melania è stata sgozzata: su nessuno dei due corpi sono stati individuati segni di violenza sessuale. Infine il criminologo rintraccia un'altra coincidenza. "Ci sono troppi militari in questa storia", sottolinea. Infatti il marito di Carmela Rea era un militare, come militari erano i frequentatori del poligono dell'area militare delle Casermette. "Io - continua il criminologo - cercherei in quell'ambiente per scoprire se tra i frequentatori di quel poligono c'è qualche soggetto a rischio, con un profilo psichiatrico instabile". SVASTICA SUL COLLO - Carmela Rea è stata trovata con la gola squarciata, lividi e segni di percosse sul resto del corpo, una svastica incisa sul collo e due siringhe conficcate: una al collo, l'altra al pube. Il cadavere è stato trovato dopo una telefonata anonima al 113 di Teramo, in un'area pic nic ad alcune centinaia di metri da un bivio della strada provinciale 53. E' ancora giallo sulla dinamica dell'aggressione. La 29enne stava facendo una scampagnata sul pianoro di Colle San Marco, vicino ad Ascoli, assieme al marito Salvatore Perolisi, caporalmaggiore dell'esercito in servizio presso il 235/o Reggimento Piceno, e alla loro bambina di 18 mesi. Alle 15 si era allontanata dicendo che doveva andare in bagno, ma non è arrivata a un chiosco lì vicino. Dopo una ventina di minuti, il marito, non vedendola tornare aveva dato l'allarme ed erano cominciate le ricerche. Secondo i familiari, la vita di Carmela-Melania non aveva ombre. OMBRE SU NERETO - Il 2 giugno 2005 un altro giallo aveva sconvolto la popolazione abruzzese. L'avvocato Libero Masi e la moglie erano stati massacrati a colpi di accetta nella loro villa di Nereto, provincia di Teramo. Il caso è stato archiviato nel luglio del 2010, senza che i colpevoli venissero arrestati. Tutte le piste battute dagli inquirenti si sono risolte nel nulla, come se gli aggressori non avessero lasciato altre tracce che i due corpi straziati.