Tremonti molla l'Europa: "Usciamo dagli accordi"

Giulio Bucchi

La crisi è un momento di discontinuità ma può essere anche un'opportunità e quella di rivedere gli attuali trattati Ue e di formularne uno nuovo "è un’ipotesi da prendere in considerazione": lo ha detto il ministro dell’Economia Giulio Tremonti rispondendo alla domanda di un europarlamentare durante la sua audizione alla Commissione Affari costituzionali sul tema del trattato di Lisbona e della solidarietà . "I trattati sono stati scritti prima della globalizzazione - ha detto - sono l'espressione di un mondo passato. Forse la crisi può essere una ragione per pensare a una nuova, spero anche più intensa, convenzione". GUERRA E IMMIGRAZIONE - Non solo economia e tenuta dell'Eurozona, comunque. Secondo Tremonti anche la visione politica e l'azione dell'Unione europea nell'ambito della crisi geopolitica sono "drammaticamente insufficienti". "La politica - ha aggiunto il ministro - deve essere politeia, comprensione dei sentimenti e della cultura dei popoli". Il problema è che l'Europa, nella crisi del Mediterraneo, è stata finora missing in action, anzi in no action, pur avendo un trattato la cui lettera è molto ampia e che offre una base di intervento". Tremonti ha chiesto un intervento 'pesante' dell'Europa anche sulla questione energetica, invitando l'Unione a compiere una riflessione sul modello economico e sociale europeo. "Questa fase - ha spiegato - va utilizzata anche per sostenere investimenti pubblici destinati a operazioni di interesse collettivo. Il finanziamento delle energie alternative risponde a questa esigenza".