Libia, stretta su Misurata. Saif: "Voltafaccia Usa"
Sul fronte libico, Gheddafi non molla: le forze governative sono tornate ad attaccare Agedabia, mentre Misurata è stata sottoposta a intensi bombardamenti. In quest'ultima, solo nelle ultime 24 ore si contano 17 morti e un centinaio di feriti. IL FIGLIO DEL RAIS - "Nessuno in Medio Oriente, specialmente in Libia, avrebbe mai pensato che il presidente Obama avrebbe attaccato la Libia o un paese arabo". Intervistato dal Washington Post, il figlio di Gheddafi, Saif al Islam prende di nuovo parola sul conflitto libico, mostrando ancora sorpresa per il repentino voltafaccia delle grandi potenze nei confronti della Libia. "E' stato uno shock enorme, per tutti, anche per mio padre". Per dimostrare che Obama e gli altri leader occidentali si sbagliano ad accusare Tripoli, Saif al Islam lancia la provocazione "vogliamo che gli americani mandino domani una missione di inchiesta per verificare quello che è successo in Libia. Non abbiamo paura - ha aggiunto - della Corte penale internazionale: siamo sicuri e certi di non aver commesso nessun crimine nei confronti del nostro popolo". Delusione e rabbia emerge dalle sue parole, inoltre, per il dietro front di alcuni "vecchi amici fidati", membri ora del Cnt di Bengasi. Persone che proprio lui aveva portato nel governo per favorire le riforme. "Erano miei amicii, bevevamo e mangiavamo insieme, viaggiavamo insieme, erano il mio gruppo - afferma - ora sono il mio principale problema, e i volontari dal fronte mi dicono: 'dopo la vittoria non avrai un posto in Libia, sei stato tu a provocare tutto perchè questi criminali, questi traditori erano tuoi amici, li hai messi tu al potere". Tra questi Mahmoud Jibril, riportato in Libia dagli Stati Uniti proprio dal giovane Gheddafi per rilanciare l'economia libica ed ora diventato il ministro degli Esterì del Cnt. "Era il mio migliore amico, ora è cambiamto completamente e non so perchè. Ora se ne sta seduto con la Clinton, con Hague e con Sarkozy ed è come se dicesse 'Saif, scusami ma ora tu sei troppo piccolo per me". AIUTI UMANITARI A TRIPOLI - Il segretario generale delle Nazioni unite Ban Ki-moon ha annunciato l' accordo con il governo libico per l'invio di aiuti umanitari a Tripoli. L'intesa è stata conquistata domenica grazie all'inviato speciale dell'Onu in Libia e a Valerie Amos, il sottosegretario generale per gli affari umanitari. L'Onu sta già fornendo aiuti ai ribelli di Bengasi, roccaforte dell'opposizione. Ban ha aggiunto che al momento i bisogni primari di decine di migliaia di libici non sono soddisfatti.