Sarkozy, la guerra gli dà alla testa No-Fly zone sulla villa di Carlà
Nicolas Sarkozy ha un serio problema di dipendenza. L’uomo più potente di tutta la Francia è entrato nel tunnel della no fly zone, e nessuno è in grado di dire se e quando ne uscirà. L’inquilino dell’Eliseo ha disposto il divieto di sorvolo fino al 26 aprile su Cap Negre, perla del Mediterraneo a due passi da Tolone. Con sanzioni che all’Onu se le sognano: chi avesse l’improvvida idea di violare il cielo del citato angolino di Provenza si beccherà 40mila euro di multa e fino a sei mesi di galera. L’operazione, ancorché draconiana, si rende assolutamente necessaria in virtù di un decisivo dettaglio. Sotto il cielo blindato dall’apposito decreto dell’Eliseo c’è la villa di Carla Bruni, che dell’estensore del decreto medesimo è consorte. Non solo, nella villa in questione la coppia presidenziale ha in programma di trascorrere le vacanze di Pasqua. E quindi lotta dura ai seccatori, specie se aviotrasportati. Bloccare i cieli, si diceva, è diventato il passatempo preferito di Sarkozy. Un mesetto fa, con la crisi libica ai massimi e con la comunità internazionale non propriamente compatta sul da farsi, fu lui a tirare fuori dal cilindro l’ipotesi della no fly zone armata sul cielo della Libia: la ormai celebre risoluzione 1973 del Palazzo di vetro - passata anche grazie alle clamorose astensioni di Russia e Cina - è in buona parte farina del sacco francese. I risultati, come era intuibile, si sono rivelati poca cosa (proprio ieri il segretario generale della Nato Anders Fogh Rasmussen ha dovuto ammettere che «la soluzione militare al conflitto in Libia non esiste»), ma pazienza: la no fly zone prima di tutto. Anche perché l’astinenza di Sarkozy iniziava ad essere lunghina. Aspettava, per la precisione, dall’agosto scorso. Quando, in previsione delle vacanze estive, il signor Bruni aveva dato disposizioni di blindare completamente Lavandou, ridente località dalle parti di Saint Tropez. Ai residenti non propriamente entusiasti della novità fu spiegato che la misura era da considerarsi indispensabile per proteggere la popolazione dal pericolo di caduta massi, minaccia fattasi improvvisamente assai concreta. Per la cronaca, quell’estate non si registrarono smottamenti degni di nota. In compenso, la premiere couple trascorse una fantastica vacanza al riparo dai propri simili. Non così bene era andata nel 2008 quando Sarkozy e la Bruni, freschi sposi, avevano deciso di fare la luna di miele a Cap Negre. Luna di miele con no fly zone incorporata, ovviamente. Tuttavia i paparazzi, al solito insensibili, si attrezzarono con teleobiettivi superpotenti e riuscirono a recapitare alle masse le ambite immagini dei due sposini che facevano i tuffi dagli scogli. Se tutto va bene, quest’anno ci scapperà una zoomata sulla fetta di colomba di Carlà. In attesa della prossima vacanza e della prossima no fly zone. di Marco Gorra