Ictus, preghiere, evirazioni: l'anti-Cav Don Giorgio le prova tutte
"Datemi una pistola, un euro e vi sistemo il Paese. Mi spiego: l'euro server per accendere prima un cero alla Madonna, perché il colpo riesca bene". Don Giorgio Capitani ci riprova: appena un microfono gli si avvicina, il prete proprio non ce la fa a contenersi, specie se si tratta del premier Silvio Berlusconi. Così, dopo aver urlato alle telecamere di Exit, su La7, "prego Dio che gli faccia venire un ictus", alla Zanazara di Radio 24 - ha spiegato che si potrebbe anche ricorrere a vie meno trascendentali. "SPERO RIMANGA IN STATO VEGETATITO PER 40 ANNI" - Ma si tratta solo di esternazioni. O di 'sottili' suggerimenti. Don Giorgio non ha alcuna intenzione di impugnare armi. In fondo, è uomo di Dio. Spiega che uccidendolo "si correrebbe un rischio maggiore. Uccidere fisicamente Berlusconi lo trasformerebbe in un simbolo, in un martire!". E che Dio ce ne scampi... dirà tra sè. No, Don Giorgio alle armi preferisce la preghiera proprio perché "a differenza degli atei ho il vantaggio di credere nel Padreterno. Quindi posso pregare". Di più, Berlusconi non dovrebbe morire sul colpo, ma "rimanere in stato vegetativo per quarant’anni, così da pagare per i danni che ha fatto all’Italia". "TAGLIAMOGLI IL PENE" - Ma di esternazioni sul genere ce ne sono a bizeffe sul suo sito. Giovedì mattina, ad esempio, la sua homepage si apre con la foto in cui la testa di Berlusconi fa capolino dalla patta dei jeans. Sotto, la scritta "visto come ha ridotto l'italia, tagliamogli il pene". Visto il bunga bunga di Arcore, quale rtortura potrebbe essere più punitiva. E meno male che Gesù mostròperdono alla Maddalena