Appello Draghi: "Ora una politica per lo sviluppo"

Andrea Tempestini

In questi giorni, complice le complicazioni diplomatiche sul fronte dell'emergenza clandestini, si parla con insistenza dell'ipotesi di uscire dall'Unione Europea. Secondo il governatore di Bankitalia, Mario Draghi, questa sarebbe una brutta mossa. "L'Unione europea è un punto di riferimento nel mondo per come ha saputo sviluppare negli anni una forma origilnale di governo - ha spiegato Draghi - fondata sugli Stati sovrani ma dotata di strutture sovranazionali volte alla soluzione di problemi comuni. Il suo assetto è in evoluzione. I successi si accompagnano con tensioni tra Stati e tra questi e le istituzioni comunitarie".  APPELLO AGLI IMPRENDITORI - Poi il numero uno della Banca d'Italia - nel ventaglio dei possibili candidati per il prossimo cambio al vertice della Bce - rivolge un appello agli imprenditori: "La capacità di sviluppo, impetuosa alla fine dell'Ottocento e poi ancora dopo la seconda guerra mondiale, risiedeva in ultima analisi nelle persone, negli imprenditori e nei lavoratori italiani. Va ritrovata - ha esortato Draghi - per sciogliere i nodi che stringono le nostre prospettive di crescita". FUORI DALLA CRISI - Sull'attuale situazione economica, il Governatore ha spiegato che la crescita rimane il fattore cruciale per l'Italia, sia sul fronte della riduzione del debito con il nuovo ritmo che la Ue vuole imporre, sia per recuperare il terreno perduto a causa della crisi finanziaria. "Se continueremo a crescere al ritmo dell'1% impiegheremo cinque anni per tornare ai livelli precrisi", ha spiegato. La riduzione del debito richiesta all'Italia, invece, secondo Draghi "non è drammatica se il Paese cresce al 2 per cento". Secondo il patto di stabilità riformato, che deve ancora essere approvato dal Parlamento europe dopo l'ok del Consiglio, i Paesi con debito che sfora il 60% del Pil dovranno ridurre l'eccedenza di un ventesimo ogni anno.