Marchionne: "A Fiat altro 5% della Chrysler"
Fiat prosegue la scalata a Chrysler. "Nei prossimi giorni acquisteremo un'ulteriore quota del 5%", ha annunciato l'ad del Lingotto Sergio Marchionne, intervenuto a Balocco (Vercelli) per la presentazione della Jeep. "Potremmo chiudere anche domani", ha aggiunto l'amministratore delegato, chiarendo che "mancano solo dei dettagli" che non dipendono da Fiat. L'azienda torinese controlla già il 25% del colosso americano. Smentita invece sulle indiscrezioni secondo cui il lancio dell'Alfa Romeo negli Stati Uniti sarebbe slittato dal 2012 al 2013. "Non è vero", ha risposto Marchionne. In Russia, invece, è saltata l'alleanza con la Sollers. Sulle strategie a Mosca, "Decideremo non a giorni, ma a maggio. Si sono allungati i tempi". L'ad Fiat, in ogni caso, prosegue le trattative: "I nostri sono stati in Russia, hanno parlato con il governo". MARCHIONNE CONTRO IL GOVERNO - Il manager italocanadese si mette poi in scia alle dichiarazioni rilasciate domenica da Emma Marcegaglia. Anche Marchionne attacca il governo, affermando che "nella battaglia per Mirafiori e Pomigliano siamo stati lasciati soli". La leader di Confindustria aveva denunciato l'assenza di politiche imprenditoriali da parte dell'esecutivo, e aveva raccolto il plauso del suo predecessore, Luca Cordero di Montezemolo. Ai gioranlisti che hanno chiesto un commento sul messaggio del numero uno di viale dell'Astronomia, Marchionne ha detto: "Non so neanche come rispondere. Le difficoltà che stiamo incontrando alla Fiat riflettono una mancanza di coesione. La battaglia per MIrafiori e Pomigliano parla chiaro: ci hanno lasciato soli". POI SERGIO CORREGGE IL TIRO - Successivamente l'ad di Fiat ha cercato di abbassare i toni del 'mini-scontro'. "Il foverno ha fatto quello che poteva - ha corretto il tiro Marchionne -. Sacconi ha fatto il massimo in quelle condizioni, ha cercato di inquadrare il discorso nel modo giusto. Quindi in questo senso non siamo stati soli". Per quel che riguarda i sindacati, Marchionne ha sottolineto come una parte di loro "ci ha appoggiato. bonanni, Angeletti e altri hanno capito l'importanza della nostra mossa e ci sono stati vicini. E' il sistema - ha proseguito - che continua a costringere la Fiat a difendersi per il suo piano di investimenti nel Paese. Lo trovo assolutamente ridicolo e strano, non mi è mai successo niente del genere nella vita, in questo senso siamo soli, spero che non succeda con altri investitori stranieri che vengono in Italia, cerchiamo piuttosto - ha concluso - di incoraggiarli anziché maltrattarli.