Immigrati, Maroni in missione. Lega: chiudere rubinetti
Il ministro degli Interni Roberto Maroni è arrivato questa mattina a Lussemburgo per la riunione dei colleghi dei 27 paesi europei dedicata al tema dell'immigrazione. "Speriamo che l'Europa ci mostri la sua solidarietà", è l'auspicio del capo del Viminale prima di incontrare i colleghi. Nonostante le rassicurazioni dell'esecutivo di Bruxelles che quello dei flussi migratori dal Nordafrica "è un problema comune", la Commissione europea ha confermato che i permessi di soggiorno temporanei che l'Italia vuole concedere a oltre 23mila tunisini non fanno scattare automaticamente la libera circolazione nell'area Schengen. E, in una lettera inviata a Maroni, la commissaria per gli Affari interni, Cecilia Malmstroem, ha anche chiarito che al momento non ci sono le condizioni per attivare la direttiva 55 del 2001 sulla "protezione temporanea", che si applica alle persone un fuga da situazioni di guerra e non ai migranti economici come sono i tunisini che sbarcano sulle coste italiane. "Nulla di nuovo nella posizione" di Bruxelles, aveva replicato ieri sera il titolare del Viminale, i cui spazi di manovra per ottenere la solidarietà concreta dell'Europa nella gestione dei flussi migratori appaiono a questo punto sempre più limitati. CALDEROLI: "SOLDATI DIFENDANO LE NOSTRE COSTE" - Nella giornata di domenica 10 aprile, un compagno di partito del ministro Maroni ha lanciato una proposta desinata a far discutere: "Ritiramo la truppe italiane in Libano e partiamole a difendere i nostri confini, visto che rischiamo l'invasione". Queste le parole del ministro della Semplificazione Roberto Calderoli: "La ricetta della Lega Nord per affrontare il problema immigrazione conseguente ai sovvertimenti in corso nel Paesi del Maghreb si può sintetizzare in tre punti: aiutiamoli a casa loro, svuotiamo la vasca e chiudiamo un rubinetto che, purtroppo, ancora sgocciola". Fuor di metafora, meglio presidiare le coste libiche e tunisine per impedire l'arrivo dei migranti, piuttosto che accoglierli e non sapere come rimandarli indietro. "Per fare questo -ha spiegato Calderoli - occorrono mezzi e risorse. Proprio per reperirli proporrò al prossimo Consiglio dei ministri il ritiro delle nostre truppe dal Libano. Siamo là dal 2006 inspiegabilmente. A casa e subito dal Libano: pensiamo a difendere i nostri confini prima che sia troppo tardi". PD E FLI: "IMPENSABILE RIENTRARE DALLA MISSIONE" - "Posso capire che il clima estivo al Nord possa causare momentanee perdite delle facoltà intellettive, ma ci sembra che l'onorevoli Calderoli abbia bisogno di una fresca pausa - afferma Enzo Bianco, esponente Pd -. Di quale minaccia per i nostri confini sta vagheggiando l’onorevole Calderoli? Quali truppe o potenze straniere mettono a rischio le frontiere italiane? Invece di fantasticare di scontri armati, l'onorevole Calderoli, insieme a tutto il governo Berlusconi, dovrebbe auspicare un’azione diplomatica forte ed efficace per fronteggiare il drammatico problema dell’immigrazione". Analogamente contrario il fronte Fli: "E' assurdo - dichiara Gianfranco Paglia, deputato di Fli e medaglia d'oro al valor militare in Somalia, dove ha perso l'uso delle gambe - che per trovare risorse sull'immigrazione si pensi di venire meno ad accordi internazionali. Così si fa perdere credibilità all'Italia e si offre un segnale di grande debolezza. In Libano grazie alla nostra presenza di interposizione si evita la guerra. Così non si valorizzano i nostri soldati. Noi consentiamo al Libano, che è una polveriera, di avere una vita normale".