Urso a Fini: "Non sarò mai un'icona della sinistra"
"Se la nave cambia rotta, in molti non ci staremo". Parola di Adolfo Urso, insieme ad Andrea Ronchi leader dell'area moderata (e più insoddisfatta) di Futuro e Libertà, la creatura politica di Gianfranco Fini che continua a perdere pezzi: giovedì ha detto addio al presidente della Camera il coordinatore in Campania del partito, Enzo Rivellini. Urso, intervistato dal Corriere della Sera, invia dei messaggi molto precisi a Gianfranco: il disegno di Fli è quello di "creare una destra riformista europea, parte di un bipolarismo normale, non tribale. E' l'unico progetto di Futuro e Libertà che conosco e sono disposto a realizzare. Fini lo sa, con lui sono stato chiaro". "MAI UN'ICONA DELLA SINISTRA" - Urso utilizza il termine "tribale", quasi a voler riprendere e rimarcare le accuse mosse giovedì dall'europarlamentare di Fli, Potito Salatto, che imputa a Fini una "gestione padronale" del partito. Urso sottolineao poi il disagio provato nel veder sfilare i suoi tra la bandiere dell'Idv di Di Pietro e quelle di Rifondazione comunista. "I miei colleghi intervenuti sono stati chiamati 'compagno Granata e compagna Perina'. Ecco - pone dei paletti ben precisi - a me non si potrà mai chiedere di diventare un'icona della sinistra". "SE IL PROBLEMA SONO IO, MI TIRO INDIETRO" - Urso si spende poi in un'analisi sulla collocazione politica del partito di Gianfranco Fini. Sta bene il Terzo Polo, che però è ancora orfano di un coordinatore unico. "Casini aveva proposto il mio nome. Rutelli anche - spiega Urso -. Fini no. Se il problema sono io, mi tiro indietro". Quindi l'onorevole torna ancora sull'affaire Rivellini: "A Napoli c'è il forte sospetto che al secondo turno il nostro candidato appoggerà il centrosinistra. Per questo il coordinatore regionale Rivellini ha lasciato il partito".