Colaninno fa infuriare la Lega

Silvia Tironi

Linate o Malpensa. Malpensa o Linate. Questo è il roblema. Non di certo per il presidente della nuova Alitalia Roberto Colaninno, che a volare in Lombardia proprio non ci pensa. "Mai decollato da Malpensa", ha sottolineato il numero uno della compagnia aerea di Stato. Apriti cielo. La Lega Nord insorge, si arrabbia nel corso di una audizione al Senato: "Lei vuole provocare", gli urla un parlamentare del Carroccio. Ma Colaninno non si scompone: non lo aveva fatto neppure in occasione della firma tra Cai e Air Frace, quando per far ritorno a Roma, insieme a Rocco Sabelli, aveva preferito prendere la Freccia Rossa piuttosto che volare. "Io abito a Mantova e per arrivare aMalpensa ci metto 5 ore di macchina: 4 ore di viaggio e un'ora pertrovare parcheggio", dichiara il numero uno di Alitalia, lamentando l'assenza di infrastrutture di collegamentocon lo scalo varesino e racconta: "In Lombardia, come a Torino o nel nordest, secondovoi pensano a Malpensa?. "Lei pensa a Parigi", lo interrompe unparlamentare del Carroccio. Pronta la risposta diColaninno: "Guardi, io sono un affezionato di Francoforte e infatti perspostarmi faccio sempre Verona-Francoforte con la Air Dolomiti. DaMalpensa non ho mai volato se non una volta sola per andare inSudamerica, ma la scelta era partire da Malpensa o andare fino a Roma epartire da Fiumicino...". Inaccettabile, e i leghisti danno in escandescenze: "Queste sono provocazioni, lei fa dell'ironia". Macchè, si prende l'ultima parola Colaninno, "non faccio ironiae non provoco: questi sono i fatti". Intanto arrivano i dati ufficiali della Sea sull'andamento nel 2008 deidue principali scali lombardi, Malpensa e Linate. Lo scorso anno il sistema aeroportuale ha perso il 15,7% dipasseggeri rispetto al 2007. Particolarmente forte il caloregistrato su Malpensa (-19,8%), in seguito all'uscita di Alitalia, cheha evidenziato una riduzione dei passeggeri da 23,7 a 19 milioni. Dati alla mano, e in un'ottica di economicità, Colaninno ha abbozzato una previsione sul futuro degli scali milanesi: "Una compagnia non può vivere se non è inserita in un sistemaaeroportuale che funziona. È responsabilità della politicaconfrontare il sistema italiano con quelli del resto delmondo e agire di conseguenza". Poi Manterremo i due scali solo se sussisteranno lecondizioni di economicità".