Immigrazione: "La Tunisia ha detto sì ai rimpatri"

Giulio Bucchi

"Dal 1 gennaio al 6 aprile ci sono stati 390 sbarchi per 25.867 persone complessive, 23.352 sulle isole Pelagie, provenienti dai porti tunisini di Djerba e Zarsis". Il ministro degli Interni Roberto Maroni riferisce alla Camera sull'emergenza immigrazione e sul drammatico naufragio nelle acque del Canale di Sicilia che ha provocato centinaia di dispersi. Sulla questione sbarchi, Maroni indica nella crisi politica di Tunisi la causa del caos: "Dal gennaio 2011 le forze militari tunisine non sono più presenti sulla costa, il sistema di controllo delle partenze è scomparso. Basta pensare che l'anno scorso, nello stesso periodo, i tunisini arrivati in Italia sono stati 25, contro i 25mila del 2011. L'accordo con la Tunisia vuole ripristinare proprio la prevenzione". Quindi, nello specifico, l'accordo ancora ufficioso col governo di Tunisi: "L'intesa sulla carta c'è, si tratta ora di farla rispettare. La Tunisia ha detto sì ai rimpatri. Da parte nostra forniremo tecnologie, sistemi elettronici e formazione per il pattugliamento delle coste". CRITICHE ALL'EUROPA - Da Maroni anche una dura critica ai Paesi europei: "Non può continuare un sistema che vede i Paesi rivieraschi lasciati soli a gestire con i singoli Stati della sponda Sud del Mediterraneo un tema così importante come l'immigrazione". Secondo il ministro, che ha ricordato la lettera del commissario europeo Malmstrom in cui si invitano i governi a una maggiore cooperazione, "servono interventi economici e di sviluppo e l'Italia non può essere l'unico Paese che fa questa azione nei Paesi del Maghreb". "Ci vogliono - ha concluso - accordi bilaterali tra Ue e i Paesi nordafricani, lo dirò al Consiglio Gai di lunedì prossimo". IL FUORI PROGRAMMA - Sul naufragio di martedì notte, il governo esprime "il proprio cordoglio". Secondo il ministro sul barcone c'erano "circa 200 persone a bordo (non 300, come comunicato nelle ultime ore). Le Forze armate maltesi hanno ricevuto intorno alle 2.30 del 6 aprile una richiesta soccorso in mare per l'affondamento di un natante, avvenuta nell'area Sar che dispone l'obbligo di intervento. Le autorità maltesi hanno però contattato le Capitanerie di porto di Roma perché sostenevano di non avere assetti navali disponibili. L'obbligo di intervento era per le autorità maltesi, ma c'era grave rischio e quindi da Lampedusa sono partite due motovedette e un elicottero, che provvedevano ai soccorsi in acque Sar maltesi". Maroni ha fatto riferimento anche alle forti dispute sull'obbligo di intervento scatenatesi negli anni precedenti tra Malta e Italia. "E' un problema che rimane aperto - ha ammesso il ministro - ma voglio elogiare l'intervento pronto delle nostre forze, abbiamo salvato 51 persone (tra cui una donna e un neonato), provenienti dal Centro Africa e partite dalla Libia. C'era obbligo morale di intervenire, e il soccorso italiano è stato pronto". Parole chiare che però non accontentano l'opposizione. Soprattutto certa opposizione, come quella del deputato di Italia dei Valori Zazzera, che alla fine dell'intervento del ministro ha esposto il cartello "Maroni assassino". Reazione sdegnata dell'Aula (compreso il gruppo di Idv, che ha preso le distanze) e sospensione per due turni per l'onorevole, che si è detto "pentito". Guarda la sceneggiata di Zazzera. EMERGENZA LIBIA - "Dalla Libia sono finora sbarcati 10 natanti, con 2.300 immigrati a bordo. Sono soprattutto somali ed eritrei e quindi certamente rifugiati. Purtroppo l'attività di partenze dalla Libia in direzione Italia si sta intensificando sensibilmente, temiamo un aumento di sbarchi nei prossimi giorni".