Intercettazioni illegali, Pm finti tonti: 'Vedremo...'
Domani l'udienza in tribunale, oggi la pubblicazione sul Corriere della Sera di tre telefonate, quelle del premier Silvio Berlusconi con Nicole Minetti, Raissa Skorkina e Marysthelle Polanco, inserite nel fascicolo dell'accusa, retta dai pm milanesi Edmondo Bruti Liberati e Ilda Boccassini. Insomma, sul fronte del caso Ruby va avanti tutto come sempre: in attesa di capire se il processo si potrà concludere, l'accusa alza il polverone mediatico, anche rischiando la figuraccia. Come in quest'ultimo caso, visto che l'intercettazioni di Berlusconi, premier e parlamentare, sarebbero dovute passare prima da un'autorizzazione in Parlamento. "Le intercettazioni di colloqui di Berlusconi, riportate abusivamente negli atti del processo senza che la procura di Milano si sia sognata di chiedere l'autorizzazione alla Camera, è una gravissima violazione della legge - attacca Fabrizio Cicchitto, capogruppo Pdl a Montecitorio - e, nello stesso tempo, la conferma che ci troviamo di fronte ad una strumentalizzazione della giustizia per fini politici". Stessa posizione per il vicecapogruppo Pdl al Senato, Gaetano Quagliariello, secondo cui la deposizione agli atti delle tre telefonate intercettate sarebbe avvenuta "in assoluto spregio delle leggi e della stessa Costituzione". "Siamo certi - continua Quagliariello - che un abuso di queste proporzioni non passerà sotto silenzio e sarà valutato con la dovuta severità e con adeguata indignazione da parte degli organismi preposti e dei vertici e garanti delle nostre istituzioni, Camera dei deputati compresa". L'ACCUSA SI DIFENDE - E l'accusa? Si difende, facendo però finta di nulla, anche se al quarto piano del Palazzo di giustizia milanese in merito alla vicenda delle telefonate trascritte si respira un'aria tesa. "Nessun commento. Stiamo ricostruendo. Tutto quello che non è utilizzabile sarà distrutto", liquida la questione il procuratore capo Bruti Liberati davanti ai cronisti. Insomma, nessun problema: è solo fango.