Obama si ricandida Ma Ahmadinejad: "E' peggio di Bush"

Andrea Tempestini

Barack Obama ci riproverà. La notizia era nell'aria, e non sorprende più di tanto, anche se nei mesi passati si era più volte discusso di un'incredibile ipotesi: l'attuale presidente degli Stati Uniti avrebbe potuto non ricandidarsi per il secondo mandato. "It begins with us", ovvero "tutto comincia da voi": questo lo slogan con cui l'inquilino della Casa Bianca ha aperto la campagna elettorale in vista delle presidenziali del 2012. Un messaggio via sms e un video trasmesso via e-mail, facebook e altri social network per annunciare la sua ricandidatura. "Oggi - dice - stiamo riempiendo i moduli per lanciare la nostra campagna 2012. Lo facciamo ora perché la politica in cui crediamo non comincia con costosi spot pubblicitari in tv o in modo estravagante, ma con te, con la gente capace di organizzarsi quartiere per quartiere, tra colleghi di lavoro e tra amici. E ci vuole tempo per costruire un campagna di questo tipo". "Per questo - prosegue - anche se sono concentrato sul lavoro per cui sono stato eletto e la corsa alle presidenziali entrerà a pieno regime solo tra un anno, il lavoro di mettere le fondamenta deve cominciare oggi". IL MESSAGGIO AGLI ELETTORI - Una modalità comunicativa che richiama alla mente quella sfruttata nella campagna per le precedenti presidenziali, tanto per capirsi quella dello slogan "Yes, we can", il "si può fare" di veltroniana memoria. "Abbiamo sempre saputo che i cambiamenti destinati a durare nel tempo non arrivano in modo rapido nè facile - aggiunge -. Non è mai stato così. Ma mentre la mia amministrazione, così come molte altre persone nel Paese, lottano per proteggere i progressi ottenuti e raggiungerne altri, abbiamo bisogno di mobilitarci per il 2012 molto prima che io cominci a far campagna elettorale". Nel suo messaggio, Obama precisa di voler cominciare «qualcosa che non ha precedenti" in termini di campagna elettorale: avviare «una conversazione ad uno ad uno con e tra ogni singolo elettore. Ho bisogno di te - conclude - per definire il nostro progetto, mentre diamo vita a una campagna che è molto più focalizzata e innovativa di qualunque altra abbiamo mai costruito in precedenza". CORSA DIFFICILE - Barack Obama torna così alla carica per la presidenza degli Stati Uniti, ma la sua corsa non sarà semplice. Il termometro della popolarità di Obama è in lieve rialzo, ma deve riuscire a distanziarsi cospicuamente dai picchi negativi di impopolarità che aveva raggiunto, testimoniati dalla clamorosa debacle delle elezioni di mid-term dello scorso novembre. Per questo ha anticipato i tempi. Negli Stati Uniti, inoltre, rimane alta l'attrazione esercitata dai cosiddetti Tea Party, il movimento ultraconservatore che facendo leva sugli errori di Obama - e cavalcando la campagna contro la riforma sanitaria - gode oggi di un ampio seguito. LA MINACCIA - Gli "slogan di cambiamento" con cui Barack Obama è stato eletto presidente degli Usa erano solo un "inganno" e quando se ne andrà dalla Casa Bianca "lascerà una macchia ancora più nera del suo predecessore", George W. Bush, nella storia degli Stati Uniti. Parola del leader iraniano Mahmud Ahmadinejad. Il governo di Washington «deve aspettarsi lo stesso destino riservato a quello precedente, che era odiato dalla popolazione di tutto il mondo», avverte il presidente dell'Iran. "Dietro la maschera degli slogan di cambiamento, si nascondono gli stessi ladri, assassini e colonialisti», dice Ahmadinejad, aggiungendo che l'obiettivo degli Stati Uniti nell'attuale situazione di crisi in diversi Paesi del Medio Oriente e del Nord Africa è solo quello di "sopprimere le sollevazioni popolari per sostenere il regime sionista", cioè Israele. Ma, continua il leader iraniano, "mentre la precedente amministrazione americana ricorreva apertamente all'aggressione, quella attuale si presenta con, in una mano, le armi e, nell'altra, l'inganno".