Cav su processo Mediatrade: "Venti milioni buttati"
Lunedì Silvio Berlusconi è andato in aula, a Milano, nell'ambito del processo Mediatrade. Il giorno successivo il presidente del Consiglio torna all'attacco. Il premier punta il dito contro gli sprechi della magistratura: "Le accuse sono così false", sottolinea, "che c'è da chiedersi con quale coraggio la procura di Milano abbia insistito a spenderci sopra tra consulenze, rogatorie e atti processuali qualcosa come una ventina di milioni di euro, tolti dalle tasche dei contribuenti". Il Cavaliere contro la magistratura che spreca il denaro pubblico: "I pm di Milano hanno speso una cifra enorme per sostenere accuse false". Sulle toghe: "Comunismo non si è arreso, il loro è un intento persecutorio. Accuse ridicole" "ACCUSE INFONDATE, INTENTO PERSECUTORIO" - "Questo è solo uno dei 31 processi avviati contro di me in 17 anni", ha continuato il Cavaliere . "Ho deciso di partecipare a queste nuove udienze per dimostrare che queste accuse contro di me non sono solo infondate, ma anche ridicole", si è difeso Berlusconi in un messaggio audio. Nella vicenda Mediatrade, "la Procura di Milano ha dimostrato ancora una volta di avere contro di me una volontà persecutoria che non si ferma neppure di fronte all'evidenza e neppure di fronte al ridicolo". Per Berlusconi "alcuni magistrati dell'accusa hanno aperto e trascinato per anni un procedimento inverosimile fondato sul nulla. Se fossero stati minimamente obiettivi", ha sottolineato, "questo procedimento sarebbe terminato ancora prima di iniziare, con grande risparmio di tempo per loro e per me e di danaro per tutti i cittadini". "FATTI DI 15 ANNI FA" - "I fatti di questo processo", continua Berlusconi", risalgono a 15 anni fa: è una realtà incontestabile confermata da tutti i testimoni, che in Mediaset io non mai mi occupai dell'acquisto dei diritti tv e che dal gennaio del 1994, data della mia discesa in campo, mi sono allontanato dalle aziende che avevo fondato per dedicarmi solo al bene del mio Paese". "MAI SOCIO DI AGRAMA" - Entrando nel merito delle accuse, il premier ricorda come Mediaset "non poteva scavalcare Frank Agrama" per l'acquisto dei diritti tv, poiché "Agrama operava e opera ancora da 40 anni in questo setttore e godeva della fiducia di Paramount. Io non sono né ssono stato assolutamente un socio occulto di Agrama", ha sottolineato Berlusconi. "E' un fatto", ha poi ricordato, "che con lui ho avuto solo due o tre incontri agli albori della tv commerciale negli anni '80, e in seguito nessun altro rapporto con lui. Io, socio di Agrama, non lo sono mai stato, né ho partecipato agli utili delle vendite di Agrama a Mediaset". "COMUNISMO NON SI E' ARRESO" - "Il comunismo in Italia non si è mai arreso", ma "nonostante tutto, anche questa volta l’attacco fallirà, la verità sarà riconosciuta e noi ne verremo fuori più forti di prima come è sempre accaduto", ha proseguito Silvio Berlusconi. "Bisogna continuare a tenere sotto una spada di Damocle giudiziaria e mediatica il nemico ideologico, il nemico politico Silvio Berlusconi. Il vero e unico ostacolo che impedisce alla sinistra di tornare al potere. Purtroppo il comunismo in Italia non si è mai arreso".