Mail contro la Bernardini

Silvia Tironi

Fino a pochi giorni erano in pochi a sapere chi fosse Rita Bernardini. Sicuramente la conoscevano quelli che si occupano di politica e i radicali italiani, dal momento che è stata eletta loro segretaria nei giorni durante i quali si consumava il divorzio tra Capezzone e Pannella. Ora è deputata, dopo che lo scorso 28 giugno ha deciso di non ricandidarsi alla segreteria del partito ormai confluito all’interno del Partito democratico. In questo momento sono invece in molti a conoscerla dopo che settimana scorsa il suo nome era apparso nelle cronache della vicenda di Guidonia, quando 4 rumeni sono stati arrestati per lo stupro ai danni di una 21enne italiana. La Bernardini aveva infatti denunciato abusi nei confronti dei detenuti mentre si trovavano in galera prima che due di loro fossero rimessi in libertà sabato. Da allora è stata bersagliata di mail offensive messe on line sul sito dei Radicali. “Ma perché voi radicali vi preoccupate tanto degli stupratori? Ma non avete un cazzo di meglio da fare? con tutta la brava gente disperata che c'è in questo paese? ma andate a lavorare! volevo vedere se violentavano te per cinque ore, troia di una parlamentare paraculata”, si legge in un messaggio. E c’è pure chi azzarda: “Speravi che i sei romeni violentassero te.... Li sei andata a trovare in carcere e poverini sono stati picchiati... Ma vaffanculo!!!”. Uno dei mittenti si firma: si chiama Mauro Lelli, ha 44 anni, sposato e con due figli: “Mi sono permesso di  scrivere queste 2 righe perché non capiamo il motivo di tanta indignazione dopo la visita a Rebibbia dei rumeni accusati dello stupro di Guidonia. Ma Lei e il suo amico D'Elia andate mai a trovare le vittime di questi signori ?Andate mai a trovare i famigliari dei morti sul lavoro? Andate mai a trovare i famigliari dei morti sotto le frane di questi giorni, frane dovute all'incuria dello stato ?Andate mai fuori dalle fabbriche a chiedere come si fa a campare con €1.000 al mese?”. Toni certamente più delicati di chi le ricorda che lei non è mai stata stuprata. "Perché Fini non interviene?" Ora che i messaggi sono visibili a tutti, è scattata anche la corsa alla solidarietà da parte dei colleghi parlamentari. “Nei confronti di Rita Bernardini c'è stato un invito al linciaggio, tutti dovrebbero riflettere. Io non voglio mettere il bavaglio a questo comico, Battista, o alla conduttrice che si è affrettata a dargli ragione. Ma il problema è che nessuna possibilità di espressione delle nostre ragioni è stata data a Rita Bernardini, l'opinione pubblica si fonda sul contraddittorio tra le diverse posizioni, da cui poi ognugno trae la propria convinzione. Tutto questo non è avvenuto”: sono le parole della vicepresidente del Senato Emma Bonino a proposito della trasmissione Rai “Effetto sabato” sulla visita della deputata radicale ai detenuti rumeni. “Come è possibile che nessuno intervenga, dal presidente della Repubblica quello della Camera per difendere un diritto di tutti i cittadini e in particolare di un deputato che viene svillaneggiato con un chirissimo invito al linciaggio?”, accusa la Bonino. “Desidero esprimere piena solidarietà a Rita Bernardini per le minacce ricevute in queste ultime ore” ha dichiarato un’altra senatrice del Pd, Francesca Marinaro. “La condanna forte e inequivocabile contro chi ha compiuto un atto crudele e odioso qual è lo stupro, e per di più di gruppo, resta ferma nella sua interezza. Chi ha commesso un crimine così esecrabile deve essere punito. Ciò non toglie che in una moderna democrazia, in uno Stato di diritto il rispetto dei diritti dell'uomo deve essere portato ovunque, anche in carcere”. La pasionaria radicale Rita Maria Bernardini è nata a Roma, il 27 dicembre 1952. Lei e i Radicali sono praticamente la stessa cosa. Si avvicina a Pannella e compagnia nel 1975, poco dopo la vittoria dei “no” al referendum per l’abolizione della legge sul divorzio. Un anno dopo costituisce il Fri, Fronte radicale invalidi, per la tutela dei diritti della persone portatrici di handicap. Nel 1977, di fronte al divieto dell’allora ministro degli Interni Francesco Cossiga di manifestare, organizza le così dette disobbedienze civili assieme agli invalidi in carrozzella costruendo scivoli in cemento davanti agli uffici pubblici o comunque aperti al pubblico. Il suo curriculum politico più recente segnala il più numeroso sciopero della fame in Italia “per la libertà, la legalità dell’informazione e per la vita di Radio Radicale, al quale aderiscono oltre 10.000 persone. Nel 2002 è tra i fondatori dell’Associazione Luca Cosconi per la libertà della ricerca scientifica. Sale nuovamente alla ribalta delle cronache nell'agosto del 2007, quando afferma che la crescita delle attività di compravendita di esercizi commerciali e di immobili di locali nel centro della città di Roma possano nascondodere un riciclaggio dei proventi illeciti del mercato degli stupefacenti da parte della criminalità organizzata, in particolare napoletana. Affermazioni che accesero le polemiche perché ritenute razziste. Certamente ora ha fatto il botto di popolarità, suo malgrado.