"Clochard bruciato per noia"

Silvia Tironi

 "Volevamo chiudere la serata con un'emozione forte". Il branco di Nettuno, che sabato notte ha prima massacrato di botte e poi dato alle fiamme un senzatetto indiano, ha confessato. Volevano divertirsi. Una serata trascorsa tra alcool e droga, e poi - alle quattro di mattina - "abbiamo fatto 'sta goliardata, una cosa così per divertirci un po'". Perché i tre ragazzi di Nettuno non sono estremisti xenofobi. Niente politica, niente tifo organizzato o altro, niente precedenti penali. Niente lavoro, anche. Solo giorni sempre uguali a bere e fumare, cercando qualcosa da fare, "una cosa eclatante", come ha confessato uno dei tre. "Non c'è razzismo - afferma il comandante provinciale deicarabinieri Vittorio Tomasone - ma solo stupidità e sballo". E così i tre, sabato notte, hanno preso di mira l'indiano: "Dacci i soldi". Poi spintoni, pugni e calci. Quando l'indiano è fermo a terra, l'idea della benzina. Il branco esce dalla stazione, va alla pompa, riempie una bottiglia e torna indietro. L'indiano si muove, e va fermato. Uno dei tre gli spruzza un po' di vernice in faccia in modo da accecarlo. Poi lo cospargono di benzina e gli danno fuoco. "Ma mica lo volevamo ammazzare", ha raccontato uno dei tre, "volevamo solo vedere quanto durava. Poi pensavamo di spegnerlo". Sull'espisodio è intervenuto anche la massima autorità dello Stato: "Siamo dinanzi a episodi raccapriccianti che vanno ormai considerati non come fatti isolati ma come sintomi allarmanti di tendenze diffuse che sono purtroppo venute crescendo", ha sottolineato il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che ha voluto anche rivolgere "un forte appello a quanti hanno responsabilità istituzionali, culturali, educative perchè si impegnino fino in fondo per fermare qualsiasi manifestazione e rischio di xenofobia, di razzismo, di violenza".