Reguzzoni: "Noi di clandestini non ne vogliamo"

Andrea Tempestini

Giovedì in Parlamento è pasasto il federalismo regionale. Questo lo spunto da cui inizia il colloquio tra il direttore di Libero, Maurizio Belpietro, e il presidente dei deputati della Lega Nord, Marco Reguzzoni. Nell'intervista a La telefonata di Mattino 5, si discute anche di guerra in Libia, immigrazione e giustizia- Finalmente c'è stata una svolta sul federalismo. Ci sono anche stati dei voti a sorpresa, in particolare del Pd che si è astenuto dopo aver avversato il provvedimento a lungo. Come mai secondo lei? Per la verità in Commissione si è sempre lavorato in un clima collaborativo tra tutte le forze politiche. Sul federalismo comunale il Pd aveva fatto la sua crociata contro il premier e ha voluto dare strumentalmente un voto negativo, quando invece avevamo concordato la gran parte degli emendamenti. questa volta non è andata così, è prevalso il senso dello stato: per quanto ci riguarda è doveroso discutere di una riforma così importante anche con l'opposizione. Come avete fatto a convincere anche le regioni che inizialmente sembravano contrarie? Temevano che il federalismo fosse privo del denaro necessario per farlo funzionare. Le regioni partivano forse da presupposti politici perché i principali governatori, tra cui il Presidente Errani, sono del Pd. Ma con un confronto serio e costruttivo li abbiamo convinti e hanno capito che questa è una filosofia vincente. I governatori sono contenti di poter essere loro a stabilire l'entità delle tasse e il numero di aliquote da aumentare o diminuire. Avranno una loro autonomia. Dall'altro lato c'è una responsabilità: ora i governatori saranno responsabili nei confronti dei cittadini delle tasse che vanno a mettere o togliere. Se un governatore è uno sprecone la gente li cambierà. Ma non è che alla fine questo federalismo è troppo anancquato e per questo è piaciuto a tutti? No, questo decreto trasferisce 130 miliardi dallo Stato alle regioni. Questi 130 miliardi che noi pagavamo a Roma li pagheremo direttamente nelle nostre regioni. Poi ognuno prenderà le sue decisioni in totale autonomia, all'interno di un quadro federalista. La filosofia è quella dell'autonomia e di evitare gli sprechi per ridurre le tasse. Lei infatti prima parlava di tassazione. La speranza è che con il federalismo le tasse diminuiscano, perché ci sono meno fonti di spreco. O no? Assolutamente sì. Uno dei dibattiti in Commissione era sulla possibilità per le regioni di arrivare anche ad abolire l'Irap, ma il Pd era più preoccupato che ci fosse un coordinamento tra le regioni per cui non ce ne fossero alcune in cui l'Irap si applica e in altre no. Questo comporterebbe un grande divario di tassazione. Ma noi riteniamo che questo sia giusto: più uno risparmia, più può ridurre le tasse. E' chiaro che gli abitanti di una regione in cui le tasse sono alte si sveglieranno e daranno una bella mazzata alla classe politica. Secondo lei è possibile un accordo simile al federalismo anche sulla giustizia? Si parte da posizioni ben più distinte, ma io credo che il dovere del governo sia quello di dialogare con tutti, sempre e fino all'ultimo. Lo abbiamo dimostrato anche ieri sulla mozione sulla Libia, votando anche quella dell'opposizione pur se non ci piaceva più di tanto. Bisogna sempre dare un segnale di disponibilità e di dialogo. Le riforme sono strutturali, il federalismo fiscale è destinato a durare 50 anni: chi la realizza deve anche pensare a chi verrà dopo. Bisogna essere sempre disponibili all'ascolto e al dialogo: sulla giustizia noi lo siamo, ma lo è anche il ministro Alfano e tutto il governo. Lei parla di dialogo ma qualcuno non ritiene un bel modo di dialogare la richiesta di allargare la responsabilità civile dei magistrati presentata dalla Lega ieri. Cosa risponde? Le rispondo con una domanda. E' giusto che se un medico sbaglia debba pagare, e invece se un magistrato sbaglia sulla pelle di un cittadino non debba mai pagare. Ognuno faccia le sue considerazioni. Siamo in una società in cui se c'è una responsabilità ci deve essere anche una contropartita. Non è possibile che solo i magistrati siano sempre esenti da tutto. Le sembra giusto che i clandestini sbarcati a Lampedusa siano distribuiti soprattutto al nord? Noi abbiamo messo ieri nelle condizioni sulla mozione sulla Libia che di questi si faccia carico anche l'Europa. Vogliamo un impegno preciso: il nostro Paese non può farsi carico di nulla in questo momento. Abbiamo una cassa integrazione che aumenta e i posti di lavoro che mancano per i nostri giovani. Noi, clandestini non ne vogliamo in nessun modo. Se ci sono profughi che chiederanno asilo politico, dovrà farsene carico tutta l'Europa.