Profughi, intesa a Tunisi. Lampedusa intanto scoppia

domenico d'alessandro

I ministri degli Esteri e dell'Interno, Franco Frattini e Roberto Maroni, hanno strappato l'impegno del governo tunisino: verranno rafforzati i controlli nelle zone di partenza delle imbarcazioni dei clandestini diretti verso l'Italia. Questo il principale risultato raggiunto dall'esecutivo italiano nella missione a Tunisi. Intanto, però, a Lampedusa la situazione si fa sempre più drammatica: i tunisini ammassati, come i residenti, sono al limite della sopportazione. Sul molo della città sono scoppiate delle risse tra le persone in attesa per la distribuzione del cibo. VERTICE A TUNISI - A Tunisi i due ministri hanno incontrato questa mattina il premier, Beji Caid Essebsi, il ministro degli Esteri, Mouldi Kefi, il ministro dell'Interno locale e quello della Cooperazione. Al termine del vertice, Maroni e Frattini hanno spiegato che l'Italia metterà a disposizione della Tunisia una linea di credito di 150 milioni di euro che si aggiungerà a quella di 100 milioni già messa in campo per il sostegno della bilancia dei pagamenti. "Abbiamo chiesto - ha spiegato Maroni - il rafforzamento dei controlli per impedire la partenza dei clandestini. Nei prossimi giorni apriremo un tavolo comune per individuare quali sono le necessità del governo tunisino che comunque ha assicurato il proprio impegno per bloccare i flussi migratori". Il risultato raggiunto, per Maroni, è "positivo e incoraggiante, e se sarà seguito da fatti concreti potrà bloccare i flussi che in due mesi e mezzo hanno portato 15.700 tunisini a Lampedusa". Maroni ha poi precisato che l'unica Regione italiana che non verrà considerata per i trasferimenti dei clandestini sarà l'Abruzzo, in quanto "ha dei problemi ancora da risolvere con il terremoto". Le altre regioni, invece, "avranno un’equa ripartizione". Il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, ha espresso il suo "apperzzamento per i risultati della visita condotta stamani in Tunisia dal ministro degli Esteri, Franco Frattini, e dal ministro dell'Interno, Roberto Maroni, per la definizione di un accordo per il rilancio dell'economia locale tunisina e per prevenire i flussi migratori illegali". PARTENZE E RIMPATRI - L'esecutivo italiano incassa così un primo successo per cercare di contrastare in maniera efficace le partenze dei clandestini dalla Tunisia, e per cercare di arrivare i piani di rimpatrio per quanti sono già sbarcati in Italia. Secondo gli ultimi conteggi, nelle ultime dieci settimane sono arrivati sulle coste del nostro Paese almeno 15mila clandestini. UNIONE EUROPEA - Da Bruxelles arrivano rassicurazioni: l'Unione Europea, sottolinea, è pronta "a dimostrare la concreta solidarietà" dei paesi membri agli stati più direttamente investiti dai movimenti migratori. La Ue fornirà "il necessario sostegno in base all'evoluzione della situazione": è quanto si legge nella bozza delle conclusioni del Consiglio Europeo che si è tenuto venerdì mattina. La Commissione europea, prosegue il testo, preparerà un piano per la gestione dei flussi degli immigrati e dei rifugiati prima del Consiglio Europeo di giugno. EMERGENZA A LAMPEDUSA - A Lampedusa, intorno all'ora di pranzo, i circa 5mila tunisini ammassati sul molo hanno protestato per le condizioni a cui sono sottoposti. La maggior parte di loro è costretta a dormire per terra, sui moli o in tende di fortuna, coprendosi con teli di plastica e cartoni. La distribuzione del cibo procede lentamente, e questo ha suscitato non poche tensioni tra i clandestini che attendevano la loro razione. Le condizioni igieniche sono proibitive: al porto c'è soltanto un bagno. Centinaia di profughi non riescono a lavarsi ormai da giorni, e chiedono di essere trasferiti nelle strutture di accoglienza, che hanno però raggiunto e superato la loro capienza. Dall'altro lato della barricata, i lampedusani, sempre più esasperati dal degrado imperante nel paese, invaso da rifiuti e da giacigli di fortuna. LOMBARDO: "INTERCETTARE BARCONI AL LARGO" - Il governatore della regione Sicilia, Raffaele Lombardo, si è detto insoddisfatto della gestione dell'emergenza sbarchi da parte del governo centrale: "L'emergenza immigrati a Lampedusa va affrontata diversamente dal Governo: non devono  più approdare sull'isola ma vanno recuperati dalle navi e da lì portati direttamente nei centri italiani".  I profughi sull'isola sono ormai quasi 5000, l'acqua comincia a scarseggiare e la situazione igienico-sanitaria è precaria.  FAZIO: "NIENTE RISCHI EPIDEMIA" - E' intervenuto in materia il ministro della Salute Ferruccio Fazio: "Non c'è nessun rischio di epidemia a Lampedusa. Le azioni in questo campo sono due - spiega Fazio - la collaborazione con Oms e la commissione europea di salute. Per questo il 13 aprile avremo un incontro internazionale a Roma con tutti i ministri delle nazioni interessate dagli sbarchi; l’altra azione è capire come gestire la situazione a Lampedusa. Siamo in raccordo con la regione Sicilia, che ha elaborato un piano secondo me estremamente valido e stiamo triangolando con la regione Sicilia ed il ministero degli Interni". TROVATA LA NAVE CON 300 ERITREI - Nell'isola siciliana si è però risolto il giallo dell'imbarcazione con a bordo oltre 300 eritrei che sembrava essere dispersa. Un profugo aveva effettuato una richiesta di soccorso con un telefono satellitare telefonando alla sorella, che vive ad Agrigento, poiché la nave era in difficoltà. Dell'imbarcazione per lunghe ore non si erano trovate tracce. L'imbarcazione, salpata dalle coste della Libia, è stata poi rintracciata. TORNA LA 'SAN MARCO' - La nave San Marco continua a fare la spola tra l'isola e i centri di accoglienza. L'unità anfibia della Marina militare ha imbarcato almeno 500 profughi per il trasferimento in altre strutture. Nella sola giornata di giovedì sono arrivati 494 clandestini: l'ultimo sbarco risale alla notte scorsa, e sul piccolo barcone c'erano almeno 80 tunisini. Oggi 800 profughi verranno trasferiti (con la San Marco e con voli speciali).