Yara, traccia del Dna di un uomo sulla felpa

Giulio Bucchi

Una nuova traccia di Dna sulla felpa di Yara. E' questa, come riporta Tgcom, l'ultima pista seguita dagli inquirenti del caso Gambirasio. Il profilo genetico apparterrebbe ad un uomo estraneo alla famiglia, la speranza è che possa essere quello dell'assassino. Secondo gli inquirenti, la nuova traccia è più significativa rispetto ai Dna di un uomo e di una donna ritrovati sui guanti della 13enne di Brembate Sopra, rapita lo scorso 26 novembre e ritrovata morta in un campo di Chignolo d'Isola esattamente tre mesi dopo. Una traccia fondamentale per due motivi: innanzitutto, è la meglio conservata di tutte e dunque la più identificabile. Ritrovata su un lato della felpa indossata da Yara il giorno della scomparsa e dell'omicidio, è stata protetta dal giacchetto che l'ha preservata da neve, pioggia e liquidi di decomposizione. Secondo aspetto: la traccia di Dna sarebbe più recente rispetto alle altre, un'ultima impronta prima dell'assassinio. Nei giorni scorsi gli investigatori hanno fatto analizzare il Dna di amici e parenti della vittima e di alcune decine di persone di Brembate Sopra e dintorni. Pare non aver dato frutti, invece, l'analisi dei tabulati telefonici dei cellulari che il tardo pomeriggio del 26 novembre hanno agganciato le celle di Brembate e Chignolo. PRIMI RISULTATI DELL'AUTOPSIA- "Yara non è morta di freddo. E’ stata strangolata. L’assassino ha usato entrambe le mani per serrarle la gola, come dimostrano i segni di forte pressione rilevati dal medico legale". Lo conferma l’anatomopatologa Cristina Cattaneo incaricata dell’autopsia sul corpo della ragazza. L’indiscrezione è pubblicata su Oggi, in edicola da domani. "Prima di strangolarla l’assassino l’ha massacrata a pugni come dimostrano due vistose ecchimosi sotto gli occhi - si legge nelle anticipazioni del settimanale - e un colpo tremendo alla tempia sinistra. Quando è stata strangolata Yara era in stato di incoscienza. Non si difendeva più. Ed era già morta quando l’assassino ha infierito sul suo corpo con un coltello. La vittima, infatti, non ha perso una goccia di sangue".