Yara, l'accusa: "Inquirenti inadeguati"

Giulio Bucchi

 "Quella in cui ci ritroviamo a vivere è una surreale atmosfera di asfissiante smarrimento, talmente pesante da sconfinare nello sconforto". Inizia così la lettera di due esponenti delle forze dell'ordine pubblicata dall'Eco di Bergamo. Una denuncia, nell'anonimato, di tutti gli errori compiuti da Polizia, Carabinieri e magistratura che hanno indagato sul caso di Yara Gambirasio."Negli ultimi tre mesi abbiamo assistito ad una gestione delle indagini da parte degli inquirenti perlomeno discutibile e oggettivamente farraginosa e, non da ultimo, improduttiva", spiegano di due agenti. "Forse la chiave di questo insuccesso investigativo è da ricercarsi nella cronica assenza (storica) di sinergia tra carabinieri e polizia". Poi l'attacco alla Procura di Bergamo:"Sconcertante, inoltre, e non possiamo davvero sorvolare sulla questione, la direzione e la conduzione delle indagini affidata alla magistratura che, alla prova dei fatti, si è dimostrata impreparata o per lo meno avventata nel suo incedere, come testimoniato in modo eclatante nella circostanza dell’arresto di un cittadino straniero (Fikri, ndr), determinato da un’errata traduzione di una conversazione telefonica. E come non citare le circostanze del nuovo sequestro, a distanza di giorni, dell’area del ritrovamento del cadavere di Yara per l’effettuazione di rilievi scientifici chiaramente ormai «inquinati» dal libero accesso di giornalisti e gente comune dei giorni precedenti". Accuse cirostanziate e pesanti, che colpiscono direttamente la conduzione del procuratore Massimo Meroni, protagonista nei giorni scorsi di una spettacolare conferenza stampa a Bergamo. Un inconctro con i giornalisti che se da un lato non ha risolto nessuno dei dubbi sulla morte della 13enne di Brembate Sopra scomparsa il 26 novembre scorso e il cui corpo è stato ritrovato a Chignolo d'Isola tre mesi esatti dopo, dall'altro ha rinfocolato polemiche tutte politiche (e inappropriate visto il contesto). Il disegno della bilancia berlusconiana rispolverato da Meroni contiene però qualche grossolano errore. Primo fra tutti, il ruolo del pm sproporzionato. Il pubblico ministero secondo Meroni rappresenterebbe la collettività e non la semplice accusa, sostituendosi di fatto al giudice e riducendo la difesa al ruolo di "socio" dell'accusato. Una visione da santa inquisizione, più che da diritto moderno. Secondo errore. Il cittadino presunto criminale, nella bilancia con peso decisamente sfavorevole, è secondo il nostro diritto pur sempre un presunto innocente. Non un dettaglio da poco.