Negazionismo, Williamson
Il vescovo Williamson ha chiesto scusa al Papa: nel giorno in cui si è spara la voce che potrebbe essere rimosso dalla direzione del seminario che dal 2003 dirigine a Buenos Aires, il lefebvriano si è scusato per le sue affermazioni negazioniste sulla Shoah attraverso una lettere pubblicata sul sito web Panorama Catolicos International. Questa mattina dure critiche alle sue posizioni erano giunte anche dalla Sala stampa vaticana: “Chi nega il fatto della Shoah non sa nulla né del mistero di Dio, né della Croce di Cristo. Tanto più è grave, quindi, se la negazione viene dalla bocca di un sacerdote o di un vescovo, cioè di un ministro cristiano, sia unito o no con la Chiesa cattolica” sono le parole apparse in un editoriale di padre Federico Lombardi, direttore della Sala stampa, e diffuso dall'emittente radiofonica della Santa Sede. In un'intervista al sito cattolico Pontifex, il vescovo polacco Tadeusz Pieronek afferma che, se si fosse trovato al posto del Papa e avesse saputo in anticipo le idee negazioniste del vescovo lefebrviano Richard Williamson, lui forse non avrebbe revocato la scomunica. “Probabilmente, ma la mia non è una critica al Papa, se avessi saputo in anticipo le idee di Williamson io non gli avrei revocato la sua scomunica. Se per un uomo qualsiasi negare la Shoah è grave, molto di più lo è per un religioso che dovrebbe predicare amore e pace e il rispetto della vita e della sua dignità”. “Da noi, in Polonia - ha aggiunto - monsignor Williamson sarebbe già in carcere, come è capitato ad un altro storico negazionista. Venga a visitare i campi di concentramento, studi e la smetta di dire - ha concluso Pieronek - cose false e che non stanno né in cielo, tanto meno in terra”.