Bocchino e i suoi vizi: idee, amici e donne Ecco come Italo ha tradito...tutti
«Visto che ne ha parlato pure la moglie, ora non ci saranno più gossip su questa relazione...». Radio Transatlantico (ovvero quel misto di mezze notizie e pettegolezzi che quotidianamente si fa alla Camera dei deputati tra politici e giornalisti) così registra le dichiarazioni di Gabriella Buontempo, moglie di Italo Bocchino, sulla presunta liason tra suo marito e Mara Carfagna. Un rapporto di cui Buontempo, a suo dire, è a conoscenza da due anni e mezzo e che, qualche giorno fa, ha causato uno scontro tra il capogruppo di Fli e Roberto D’Agostino riguardo presunte fotografie compromettenti. «Sembra una vendetta della moglie nei confronti della ministra. Come a dire: tu hai rovinato il mio matrimonio e ora io rovino il tuo...», osserva un parlamentare del PdL. Già, perché la Carfagna è in procinto di convolare a nozze: il matrimonio con il costruttore romano Marco Mezzaroma è fissato per il 25 giugno prossimo. La moglie di Bocchino, però, nell’intervista è ambigua sul fatto che la relazione sia davvero finita. «Ed è proprio questo che potrebbe danneggiare il ministro dal punto di vista personale», aggiunge il deputato. Ieri il ministro delle Pari Opportunità non ha voluto commentare in alcun modo la vicenda e ha evitato con cura le domande dei giornalisti: si è recata prima alla Camera per l’istituzione del garante per l’infanzia e poi in Senato per un provvedimento sulle quote rosa nei consigli di amministrazione delle società quotate in Borsa. «Continuiamo a lavorare, siamo superiori a queste cose», dicono dal suo entourage. LA FOTO DELLA MUSSOLINI Della presunta relazione tra Bocchino e Carfagna in Parlamento si parla dai primi passi di Mara a Montecitorio, nel 2006: all’occhio dei cronisti, infatti, non sfuggiva il fatto che i due fossero sempre insieme. Comuni origini partenopee e un buon rapporto personale: lei giovane e inesperta di politica e Bocchino a farle da guida nella complicata giungla parlamentare. Di più: secondo la signora Buontempo (e non solo) dietro i 55 mila voti presi da Mara alle ultime Regionali c’è la manina di Italo. L’amicizia tra i due continua anche dopo lo strappo di Fini e l’uscita di Bocchino dal PdL. E quando, dopo il voto di fiducia a dicembre, Alessandra Mussolini li fotografa col telefonino mentre parlano fitto dentro l’Aula, il ministro va su tutte le furie. «Fare quella foto è stato un atto di pessimo gusto che si addice alla persona che l’ha commesso. A Napoli le chiamano vajasse...», sbotta il ministro. «La Carfagna dovrebbe dimettersi e appena la incontro gliene dico quattro di persona», risponde la Mussolini, che accusa il ministro di “obbedire” politicamente a Bocchino. «Fa tutto quello che dice lui, sembra telecomandata», sostiene la nipote del Duce. Così, quando la Carfagna minaccia di andarsene dal PdL per una questione salernitana, molti ci vedono l’opera di Bocchino, tanto che in Parlamento ci si aspetta il passaggio di Mara nelle truppe finiane. Ma così non è stato. Una telefonata di Silvio Berlusconi l’ha convinta a restare. Anche il Cavaliere, però, ha una parte in commedia. Perché i primi pettegolezzi sulla Carfagna si sono fatti proprio su una sua presunta relazione con il premier. Che, secondo le malelingue, l’avrebbe portata in Parlamento e poi nominata ministro proprio in virtù di questa amicizia. E a dare la stura ai pettegolezzi è stato proprio il Cavaliere quando, nel gennaio del 2007, si lasciò andare: «Se non fossi già sposato, sposerei subito Mara Carfagna». Parole che provocarono la dura reazione di Veronica Lario che, con una lettera a Repubblica, pretese dal marito pubbliche scuse, primo vagìto di una crisi che sarebbe esplosa più avanti. LOVE STORY CON SILVIO? Anche sulla presunta liason tra Mara e il Cavaliere in questi anni si è molto ricamato. Alcuni, per esempio, sostengono che esistano delle intercettazioni in cui la ministra racconta a un paio di colleghe di governo particolari intimi del premier. Leggende metropolitane? Esistono realmente, però, intercettazioni dove le ragazze del caso Ruby vedono nella Carfagna un modello da imitare. «Vedi come ha fatto Mara? Così dobbiamo fare anche noi...», si legge nella trascrizione di una telefonata tra Nicole Minetti e Barbara Faggioli. Sulla presunta liason, infine, Sabina Guzzanti fece la famosa battuta durante il no-Cav day, mentre suo padre Paolo (che ha definito Mara «calendarista delle Pari opportunità») ne racconta nel libro “Mignottocrazia”. Entrambi, per la cronaca, querelati dal ministro. di Gianluca Roselli