Fukushima, sos nucleare: "Lì si rischia l'apocalisse"
La terra trema ancora in Giappone. Dopo le 22.30 (le 14.30 in Italia) sono stata registrate quattro nuove forti scosse, di magnitudo tra i 5,7 e i 6,2 gradi con epicentro nella prefettura di Shizuoka, ma avvertite sensibilmente anche a Tokyo, 140 km più a Nord. Secondo le previsioni degli esperti, non ci dovrebbe essere in questo caso un rischio tsunami. Nel frattempo, il dipartimento della polizia nipponica ha reso pubblico il bilancio aggiornato delle vittime, che riporta cifre drammatiche: sono infatti 10 mila le persone morte o disperse a cinque giorni dal sisma. I corpi identificati sono al momento 1.060 e circa 420 sono stati restituiti alle famiglie. PREOCCUPAZIONE PER IL REATTORE 2 - Rimane altissima anche l'allerta per i rischi di contaminazione radioattiva dopo il nuovo incidente alla centrale nucleare di Fukushima. Questa mattina, è esploso il reattore numero 2 dell'impianto, ultima conseguenza del devastante sisma di venerdì scorso. Il reattore "potrebbe aver registrato danni al nucleo", come ha affermato il direttore generale dell’Aiea, Yukiya Amano, spiegando che il danno "è stimato essere minore del 5%". Secondo Amano i recenti sviluppi delle conseguenze dello tsunami sulle centrali Giappone sono "preoccupanti" anche se ancora lontane dal disastro di Chernobyl. GLI ALTRI REATTORI - Lo scoppio del reattore 2 segue a distanza di poche ore quelli analoghi ai reattori 1 e 3. Nel frattempo si è sviluppato anche un incendio nel reattore numero 4, presto spento, mentre è stato registrato un lieve di aumento di temperatura nei reattori 5 e 6. Conseguenza immediata dell'incidente più grave è la fuga di radioattività nell'atmosfera, ora a 400 millisiviert per ora. "RISCHIO APOCALISSE" - In Giappone "si parla di apocalisse e credo che la parola sia particolarmente ben scelta": lo ha detto il commissario europeo per l'energia Gunther Oettinger, riferendo sulla situazione in Giappone davanti alla commissione per l'industria, la ricerca e l'energia del Parlamento europeo a Bruxelles. "Praticamente tutto è fuori controllo - ha aggiunto Oettinger - Non escludo il peggio nelle ore e nei giorni che vengono". RADIOATTIVITA' A TOKYO - Ieri il governo ha chiesto aiuto a una task force internazionale, ma oggi un innalzamento dei livelli di radioattività è stato registrato anche nell'area di Tokyo, 250 chilometri più a Sud rispetto all'area della centrale atomica. Il livello nella capitale è di 10 volte superiore al normale, anche se non ci sarebbero al momento pericoli per la salute. Decisamente peggiore la situazione a Fukushima. Le radiazioni nella sala di controllo della centrale , secondo l'agenzia Kyodo, sono troppo elevate perché "gli esperti della Tepco vi possano lavorare". Secondo l'Ispra (il presidio italiano per la sicurezza nucleare), l'inidente alla centrale di Fukushima Daiichi "potrà essere classificabile a livello 5", invece dell'attuale 4. Le autorità hanno deciso l'evacuazione degli abitanti nel raggio di 20 km dalla centrale. L'evacuazione non è ancora obbligatoria per chi vive tra i 20 e i 30 km dall'impianto, ma i residenti devono tassativamente chiudersi in casa. Terza esplosione a Fukushima: guarda il video su LiberoTv Italia avanti col nucleare: l'intervista di Belpietro alla Prestigiacomo su Libero Tv La furia dello tsunami su Sendai: guarda il cane in fuga su LiberoTv VENTI A FAVORE - Per il momento, almeno le condizioni meteorologiche starebbero dando una mano al Giappone. I venti stanno infatti spingendo la nube radioattiva di Fukushima verso l'oceano Pacifico, quindi via dalla terraferma giapponese, riducendo così il pericolo di contaminazione nella regione. Lo ha confermato da Ginevra l'Organizzazione Meteorologica Mondiale (Omm).Nel frattempo il mondo si sta moilitando. "I Paesi del G8 sono pronti a dare al Giappone ogni aiuto per superare le conseguenze del disastro", assicurano in una nota i ministri degli Esteri degli otto Paesi più industrializzati del mondo. E una promessa di sostegno arriva anche dal G20. Il ministro degli Esteri francese Alain Juppè, il cui Paese ha la presidenza di turno del gruppo delle 20 economie più sviluppate del mondo, ha confermato: "Siamo a loro disposizione, sta a loro dire come aiutarli". BORSE A PICCO - Le conseguenze del combinato terremoto-tsunami non hanno colpito Tokyo solo fisicamente. Pesanti le ricadute anche dal punto di vista finanziario: la borsa nipponica ha chiuso con un calo del 10,55% dopo che nella seduta di ieri aveva ceduto oltre il 6%. L'indice Nikkei era arrivato a perdere oltre il 14% per poi riguadagnare qualche punto nel finale di seduta. Anche per questo il governo potrebbe intervenire direttamente sul mercato azionario, acquistando titoli. Lo ha anticipato il ministro delle Politiche economiche e fiscali Kaoru Yosano. Sulla scia del mercato nipponico è stata una giornata nera per le Borse di tutto il mondo: sia l’indice Ftse Mib che l'All Share hanno perso il 2,01%. Negative tutte le europee, da Parigi a Francoforte (la peggiore), fino a Londra. ALLARME ENERGETICO - Nel Paese rimane alto anche il timore della crisi energetica. Il primo ministro Naoto Kan ha inviato un sms a tutti gli utilizzatori di telefoni cellulari del Giappone, chiedendo loro di non sprecare energia elettrica e di far durare la carica almeno quattro giorni. Aumenta anche l'emergenza quotidiana: prodotti in scatola, batterie, pane e bottiglie d'acqua sono scomparse dagli scaffali dei supermercati. I negozi stanno esaurendo le scorte anche fuori dalle regioni più colpite dal disastro, facendo così aumentare le paure che il fenomeno possa danneggiare le consegne di aiuti alimentari a chi ne ha realmente bisogno. BILANCIO PESANTE - Il numero dei morti e dei dispersi intanto è salito a oltre 6mila, ma secondo la polizia il bilancio, tra morti e feriti, toccherebbe quota 11mila. I morti confermati sono 2.475 mentre i dispersi sono 3.611. Al momento sono stati identificati 1.060 corpi, 420 dei quali sono stati restituiti alle famiglie. Intanto l'agenzia per gli Incendi e i Disastri naturali ha riferito che il bilancio degli edifici completamente o parzialmente distrutti ha raggiunto le 72.945 unità.