Vendola fa il Masaniello: recita per la toga che lo ha prosciolto
«Vuie primme eravate munnezza e mò site libbere. Io v’aggio fatto libbere. Ma quanto pò durà sta libbertà? Nu juorno?! Duie juorne?! E già pecché po' ve vene ’o suonno e ve jate tutte quante ’a cuccà... (voi prima eravate immondizia e vi ho liberato, ma quanto può durare? Un giorno? Due? Perché poi viene il sonno e andate tutti a dormire, e fate bene...). S’intravedono parabola e casini del centrosinistra d’oggi, nelle parole che Tommaso Aniello detto Masaniello pronunciò nel 600 ai napoletani oppressi; e il fatto che potremmo sentirle in bocca a Nichi Vendola produce un effetto straniante e profetico. Perchè, proprio mentre il Tribunale di Bari chiede per il governatore l’archiviazione nell’inchiesta sulla sanità, Vendola sarà processato al teatro Petruzzeli il 23 marzo nei panni del tribuno pesciarolo. Ma il bello è che la performance attoriale nella rassegna “Processo alla Storia” non solo avrà nel ruolo di contrapposto pm Giancarlo Caselli; ma sarà pure organizzata -per una voluta del destino- dal procuratore capo Antonio Laudati, ossia proprio l’uomo che ha controfirmato il prosciglimento di Nichi. Il quale Nichi, probabilmente con un processo vero sul groppone avrebbe avuto meno tempo per presenziare al processo falso. La figura di Masaniello “scelta per il ruolo del contributo dei meridionali nell’unità d’Italia” è, in effetti, evocativa del governatore. «Io sono un delirio di emozioni», la «centralizzazione del flusso di emozioni popolari» raccontava Vendola a Francesco Merlo di Repubblica l’indicava , appunto, come un “Masaniello delicato” ma avvertiva in lui anche il rischio della demagogia e della filastrocca. Ora, la Puglia non è nuova alla transumante esuberanza dei politici tra fantasia e realtà. Il sindaco Michele Emiliano, ex magistrato, prima si travestì da sceriffo, tipo Tex Willer, sulle frequenze di TeleNorba e poi si dedicò al palcoscenico impersonando uno dei marinai accusato della sottrazione dei resti di San Nicola. Politica show. Eppure, quello del “nichinismo” -come lo chiamò qualcuno- è un fenomeno particolare. Masaniello con Vendola ha molto in comune. Entrambi arruffapopolo fino alla cialtroneria, scalarono il potere spinti dal basso: Vendola governatore e Masaniello capitano generale del fedelissimo popolo napoletano. Entrambi erano sostenuti dalla Chiesa: dall’arcivescovo Filomarino il napoletano, dalle Curie locali il pugliese. Entrambi furono bersaglio d’attentati falliti: attentato fisico per Masaniello ordinato dal duca di Maddaloni, attentato politico per Nichi ordito da Massimo D’Alema. Entrambi omosessuali. Fu salvato dal coming out Vendola che, da allora, è ritenuto “gay illuminato”; venne condannato dalla diceria Masaniello il quale, accusato d’intrattenere rapporti col suo giovane segretario, fu marchiato di pederastia. Ma i tempi erano diversi. Infine, sia per il primo che per il secondo aleggia l’accusa di pazzia dai loro stessi sostenitori. Ma, in quest’ultimo caso, se l’arruffapopolo partenopeo agì scompostamente perchè incapace di gestire le grandi responsabilità di comando che lo toccarono all’improvviso, per Vendola la stessa situazione ancora non s’è proposta. Pure se molti - lui per primo - ci stanno lavorando. di Francesco Specchia