Giustizia, stretta sui pm Oggi l'ok del governo
Il ministro della Giustizia, Angelino Alfano, si è recato al Quirinale per illustrare al persidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, il testo dell'annunciata riforma della giustizia, che giovedì sarà all'esame di un Consiglio dei Ministri straordinario. Successivamente il Guardasigilli si è recato a illustrare la bozza del testo anche al gruppo dei Responsabili. Dopo gli incontri sono filtarte le prime indiscrezioni relative al testo. LE NOVITA' - Tra le novità previste dalla riforma, oltre a quello che già era trapelato nei giorni scorsi (in particolare il doppio Csm), nel testo sarebbe previsto che le toghe possano essere chiamate a rispondere di tasca propria al cittadino che potrà citarle direttamente in giudizio (e non lo Stato, come prevede ora la legge). Nel dettaglio, "i magistrati sono direttamente responsabili degli atti compiuti in violazione dei diritti, al pari degli altri funzionari e dipendenti dello Stato". La bozza, inoltre, prevede un aggiunta all'articolo 113 della Costituzione - nel caso venga approvato si chiamerà articolo 113 bis - che "nei casi di ingiusta detenzione o di altra indebita limitazione della libertà personale, la legge regola la responsabilità civile dei magistrati" che "si estende allo Stato". Come anticipato, il Consiglio Supremo della Magistratura si sdoppierà: uno per i giudici e uno per i pubblici ministeri, entrambi presieduti dal Capo dello Stato. Sfuma dunque la possibilità che a capo del Csm della magistratura requirente vada il Procuratore generale della Cassazione, eletto dal Parlamento in seduta comune dal Csm stesso. "Chi sbaglia, paga. Chi può obiettare?". E' il commento del premier Silvio Berlusconi, rilasciato a tarda serata. Il presidente del Consiglio questa mattina presiederà il CdM straordinario che dovrà dare il via libero alla riforma, definita dal Cavaliere "epocale". ALFANO SODDISFATTO - "Ho illustrato il disegno di legge di riforma della Costituzione in materia di giustizia e il Presidente Napolitano ha ascoltato, ha preso atto e ha svolto considerazioni di carattere generale, che ho ascoltato e recepito con la dovuta attenzione", ha spiegato Alfano al termine dell'incontro. Per il Guardasigilli "è andata bene". A chi gli ha chiesto se le considerazioni del Presidente della Repubblica fossero state positive o negative, il ministro ha risposto che "si tratta di considerazioni di ordine generale e io sono soddisfatto dell’incontro". Infine, circa le indiscrezioni, Alfano ha laconicamente commentato: "Il testo lo vedrete domani". BARRICATE PD - Intanto, il Partito Democratico sulla riforma promette: "Daremo battaglia". Le solite barricate. I democratici si smarcano così da Gianfranco Fini, che negli ultimi giorni aveva lasciato intendere che sul tema sarebbe stato possibile dialogare con il governo. "Le anticipazioni sulla riforma della giustizia", spiega il segretario Pier Luigi Bersani, "contengono elementi inaccettabili. C'è un elemento di manovra per dare copertura sul piano politico generale e costituzionale al bricolage domestico dell'aggiustamento delle leggi ad personam, e continuare a non parlare dei problemi seri della giustizia". Bersani, insomma, parla ancor prima di vedere il testo e aggiunge: "Vedremo le carte", ha affermato, "ma le premesse non sono buone, è un treno senza stazione". "LEGGI AD-PERSONAM" - Ma se la chiusura non fosse ancora sufficientemente netta, Bersani aggiunge: "Avremo mesi in cui si continuerà a parlare di giustizia senza concludere nulla e questo, viste le intenzioni, potrebbe anche essere positivo, ma senza riuscire ad occuparsi dei problemi veri del paese. Noi le nostre proposte per migliorare il servizio giustizia le abbiamo presentate ed è su questo che non si sta lavorando. O si fanno leggi ad-personam, o si prospettano riforme costituzionali negative, che non approderanno a nulla. Non ci si preoccupa mai del funzionamento della giustizia per i cittadini, la giustizia è la cosa di cui si è parlato di più da quando c'è Berlusconi, ma in cui si è fatto di meno per modernizzare il servizio", conclude la sua arringa il segretario democratico. REPLICA DI LA RUSSA - "Non credo si possa arrivare a un confronto sulla giustizia perché la demagogia e la volontà di scorciatoie giudiziarie continua ad impedire il confronto", ha replicato il ministro della Difesa, Ignazio La Russa a margine di un convegno in Campidoglio. "Mi auguro", ha proseguito il ministro, "che il confronto ci sia con parte dell'opposizione e non è detto che sia il terzo polo ma qualcuno che si renda conto che di giustizia si debba parlare senza avere il tarlo nel cervello contro o a favore di Berlusconi". Da par suo, il leader del Carroccio, Umberto Bossi, ha ribadito che la riforma della giustizia passerà: "Aspettiamo il Consiglio dei Ministri, ma non c'è nessun problema" ha sottolineato il Senatùr.