I dolori del povero Italo Bocchino: attacca Dago e si becca la querela

Giulio Bucchi

Soldi pubblici, querele private. Italo Bocchino, deputato di Fli e braccio destro di Gianfranco Fini, di cui Libero ha denunciato le sovvenzioni statali (cadute a pioggia anche sulla consorte), è al centro anche di una altro contenzioso: quello con Roberto D'Agostino, padre-factotum del sito di gossip politico Dagospia. A Corriere e Repubblica Bocchino ha parlato di "ricatti" subiti da D'Agostino, che non ha atteso per la replica. Legale, visto che il giornalista ha pensato bene di querelare il deputato. All'origine di tutto una telefonata tra D'Agostino e Luigi Bisignani, fatta sentire a Bocchino dai pm Francesco Curcio e Henry John Woodcock che indagano sulla "loggia napoletana". Bocchino ha riferito il contenuto dell'intercettazione: "Il primo diceva che me l'avrebbe fatta pagare per quanto avevo detto in televisione", riferendosi alla puntata del 23 settembre ad Annozero in cui il futurista aveva denunciato il dossieraggio sulla casa di Montecarlo messo in atto "dal direttore de l'Avanti Walter Lavitola" e "veicolato da Dagospia". Farla pagare, ma come? "D'Agostino - ha attaccato Bocchino - si parla di alcune mie foto in compagnia di Mara Carfagna". D'Agostino avrebbe minacciato di telefonare a casa Bocchino. "La cosa è puntualmente avvenuta. Ha telefonato a Gabriella (Buontempo, moglie del parlamentare, ndr) e le ha detto che avrebbe pubblicato le immagini che mi ritraevano mentre ero all'hotel Vesuvio di Napoli in compagnia della Carfagna, entrambi in accappatoio. Era una calunnia, ma naturalmente ciò ha avuto conseguenze sulla nostra tranquillità e per questo ho raccontato tutto ai magistrati. Gabriella è pronta a confermare, soprattutto dopo i danni che ha subito anche nel suo lavoro di produttrice televisiva. Da quando io ho seguito Fini fuori dal Pdl le sono stati annullati tutti i contratti in Rai". QUERELA IN ARRIVO - Parole pesanti a cui D'Agostino ha replicato immediatamente: "L'onorevole Bocchino, che prende uno stipendio per occuparsi dei problemi del Paese, preferisce trascorrere il suo tempo ad occuparsi dei suoi molteplici affari personali, vedi il quotidiano 'Roma', la società televisiva della consorte, i postumi del caso Telekom-Serbia, etc.". E sulla telefonata a casa Bocchino? "Io - prosegue la nota -, come giornalista, ho il mio diritto di chiamare al telefono anche il diavolo in persona pur di ottenere notizie e indiscrezioni e scenari prossimi venturi. Per quanto Bocchino ha dichiarato a Repubblica ho dato il mandato al mio avvocato di intervenire a tutelare la mia onorabilità, in tutte le sedi, e nei confronti di tutti coloro che hanno riportato e riporteranno le sue affermazioni, gravemente calunniose nei miei confronti".