Biotestamento, inizia discussione alla Camera

Privitera Andrea

La nuova legge sul biotestamento arriva oggi alla Camera, per una discussione occuperà tutta la giornata di oggi per proseguire questo mercoledì, con la possibilità persino di una seduta notturna. Sul provvedimento, approvato settimana scorsa dalla Commissione Affari sociali e presentato nel pomeriggio di oggi da Domenico Di Virgilio, si è già accesa un duro dibattito tra laici e credenti di entrambi gli schieramenti. I FAVOREVOLI - "Mai una legge era riuscita a interpellare le coscienze di tanta gente". Questa la parte iniziale dell'intervento di Paola Binetti deputata dell'Udc. Questo provvedimento, spiega la deputata, "tiene conto della solidarietà umana e della capacità di cura, valorizzando la ricchezza dei rapporti umani. E' una legge che dice no all'eutanasia in tutte le sue forme e dice sì all'accompagnamento del paziente al fine vita, senza l'accanimento terapeutico". Simile l'opinione del ministro per l'Attuazione del programma Gianfranco Rotondi: "E' giusto fare una legge condivisa, se è possibile da tutto il Parlamento, ma che parta da un presupposto inviolabile e cioè che della vita l’uomo non dispone". I CONTRARI - "Fermiamoci, fermatevi, non approvate un testo anticostituzionale e di difficile applicazione". E’ questo l'appello che il Pd, con Livia Turco, lancia alla maggioranza sul controverso ddl sul testamento biologico. Il provvedimento sul fine-vita approdato oggi in aula a Montecitorio è, secondo la capogruppo del Pd in Commissione Affari sociali, "un testo dello scontro e della lacerazione". Nel corso del suo intervento in aula nell’ambito della discussione generale, l’ex ministro della Sanità ha esortato vivamente la maggioranza: "Costruiamo insieme una legge umana. Costruiamo un nuovo testo, efficace e condiviso, per il bene delle persone e del nostro paese". Già nella mattinata è intervenuta la radicale Emma Bonino, con parole dure nei confronti del Governo pronunciate durante un sit-in davanti a Montecitorio: "Questo ddl è la continuazione clericale dell'organizzazione dello Stato, che era già iniziata con la legge 40. Scegliere come morire è parte essenziale della vita e appartiene alla libera scelta di ciascuno, non certo a Sacconi, Roccella o chiunque passi in Parlamento".