Berlusconi: "Prescrizione breve sarà ritirata"

Privitera Andrea

La proposta di legge sulla prescrizione breve sarà ritirata. A dirlo è lo stesso Silvio Berlusconi a margine del vertice dei leader del Ppe ad Helsinki. Il progetto, presentato alla Camera per iniziativa personale del parlamentare Luigi Vitali, non deve essere proprio piaciuto al Cav e ai suoi più stretti collaoratori. Già giovedì scorso, il premier aveva detto di non sapere nulla dell'idea di Vitali, mentre Niccolò Ghedini aveva parlato di una legge "inopportuna". Ieri sera è arrivata invece la stoccata finale: "La legge è stata presentata da un nostro deputato e lo abbiamo invitato a ritirarla", ha tagliato corto. In ogni caso, Vitali sembra intenzionato ad andare avanti con la sua iniziativa, visto che presenterà la norma "all'esame della Consulta giustizia del partito". LA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA - Da Helskinki Berlusconi ha parlato anche della riforma della giustizia: "Il progetto è già pronto. Siamo già d'accordo su tutti i punti principali. Poi sarà, naturalmente, il Parlamento ad approfondire, discutere ed introdurre eventualmente innovazioni più profonde". Su questo fronte il premier sembra decisamente ottimista: "Giovedì prossimo - ha aggiunto - faremo una seduta straordinaria del Consiglio dei ministri per approvare quella riforma della giustizia che precedentemente non abbiamo potuto presentare per il no aprioristico di Fini e dei suoi". Sempre ieri sera, Berlusconi ha smentito le voci che parlavano di un imminente rimpasto di governo: "Non credo che sarà così prossimo, ma aumenteremo il numero dei sottosegretari". LIBIA - Rispondendo ad alcune domande sulla Libia, il Cav non si è voluto sbilanciare: "Credo che nessuno al mondo possa fare alcuna previsione sul futuro di Gheddafi. Spero che in Libia ci sia un cambiamento, come quelli avvenuti in Tunisia e in Egitto, verso una democrazia che consenta di mantenere la relazione di preminenza per la nostra economia". E ancora: "In Libia continuare a dare il nostro impulso ai movimenti democratici". Il riferimento è a possibili aiuti "a Bengasi e alle forze che lì si sono instaurate". Riguardo all'ipotesi  di una no-fly zone, Berlusconi ha detto: "Converremo su ciò che deciderà la comunità internazionale". Infine, una nota di scetticismo sull'eventuale congelamento dei beni di Gheddafi in Italia: "Non so dire se questo potrà avvenire, ma occorre distinguere bene sulle partecipazioni della Libia in quanto popolo libico e le partecipazioni che invece sono attinenti ad una famiglia, quindi staremo molto attenti ad una distinzione". ECONOMIA - Infine, il premier ha ribadito l'impegno italiano sul patto di stabilità europeo: "Chiederemo che non sia richiesta una riduzione meccanica del debito che possa incidere sulle possibilità di crescita. La priorità dell'Italia è quella di varare politiche comuni a sostegno della crescita".