Libia, strage a Rajma. Interpol segue Gheddafi

Privitera Andrea

Mentre in Libia è iniziata una nuova giornata di violenze, l'Occidente si dimostra sempre più preoccupato per la dura repressione di Gheddafi nei confronti dei ribelli. L'Interpol ha diramato un ordine di 'allerta globale' (o 'avviso arancione') su Muammar Gheddafi e altre 15 persone: l’obiettivo è segnalare alle forze dell’ordine dei 188 Stati membri "la pericolosità degli spostamenti dei 16 individui" e di "bloccare i loro beni". Le forze del regime hanno oggi attaccato i rivoltosi ad Al Zawiyah, 50 chilometri a ovest di Tripoli, e nella città petrolifera di Ras Lanuf, nell’est del Paese, a 660 chilometri dalla capitale. Le forze fedeli al Rais hanno inolte bombardato il terminale petrolifero di Brega, nell’est della Libia, che già nei giorni scorsi aveva subito attacchi aerei. MASSACRO AD AL ZAWIYAH - Ad Al Zawiyah un testimone ha riferito di aver assistito all'uccisione, da parte dei militari governativi, di almeno due persone e al ferimento di un'altra ventina: avrebbero anche sparato sulle ambulanze per impedirne l'evacuazione. Per Al Jazeera, però, il bilancio è molto più drammatico: ci sarebbero almeno 50 morti e 200 feriti in seguito agli spari sulla folla. La popolazione sarebbe stata minacciata, promettendo una rappresaglia casa per casa. Le forze di Gheddafi hanno poi annunciato di aver riconquistato la città, insieme all’aeroporto del centro petrolifero di Raf Lanuf. Colpi d'arma da fuoco sono stati uditi anche a Tripoli, dove alcune centinaia di dimostranti anti-governativi stanno manifestando chiedendo la fine del regime. La polizia ha lanciato lacrimogeni e sparato, e la folla si è dispersa. A RAJMA 17 MORTI - Nella serata di venerdì si è appreso che lmeno diciassette persone hanno perso la vita nel presunto attacco sferrato dalle forze fedeli a Muammar Gheddafi contro un deposito di armi a Rajma, sobborgo alla periferia di Bengasi, seconda città della Libia ed epicentro dell’insurrezione contro il regime: lo ha riferito l'emittente televisiva satellitare al Jazira. Si tratta di una delle installazioni più importanti della regione. Le milizie insurrezionali hanno circondato il sito, erigendo cordoni di sicurezza perchè "la situazione rimane molto pericolosa" e "non ci si può avvicinare". Secondo testimoni oculari, tra i quali non tutti non ne hanno peraltro confermato l’origine militare, la potentissima esplosione ha fatto saltare in aria un’auto-pompa dei vigili del fuoco, e raso al suolo diverse abitazioni adiacenti. Il bombardamento del deposito era stato denunciato poco prima da Mustafa Gheriani, portavoce della Coalizione del 17 Febbraio, che raggruppa le varie formazioni dell’opposizione nella parte orientale della Libia. NAPOLITANO - "La violenza contro il popolo libico non può essere tollerata. Il colonnello Gheddafi deve fermare ogni azione militare contro il suo stesso popolo". Lo ha detto il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano intervenendo stamane a Ginevra al Consiglio sui diritti umani al palazzo dell’Onu della città svizzera. Il presidente della Repubblica ha anche definito "intollerabile" la "repressione e le atrocità" che caratterizzano la "tragedia libica". "L'Italia sostiene pienamente l’appello del Consiglio di sicurezza dell’Onu per un rapido superamento" della crisi. "L'assemblea generale ha inviato a Tripoli un eloquente messaggio, sospendendo la Libia dal Consiglio per i diritti umani - ha sottolineato - attendiamo che la Libia possa riprendere il suo posto in questo organismo non appena il suo popolo e il suo governo saranno in grado di rispettare le condizioni necessarie. Sosterremo qualunque sforzo volto a questo fine".   "I miei pensieri vanno specialmente alle sofferenze del popolo libico", ha aggiunto il capo dello Stato citando "il messaggio che un italiano ha udito in questi giorni in Libia e riferito dopo essere stato evacuato da Misurata". Il messaggio è questo: "lottiamo per la pace e una vera democrazia. Vogliamo che il mondo conosca la verità". PUGNO DURO DI OBAMA - Anche Barack Obama ha risposto al Colonnello con parole altrettanto forti.  Il presidente degli Stati Uniti ha detto ieri che il leader della Libia ha perso la legittimità per guidare i Paese e deve lasciare. La violenza deve finire in Libia, ha aggiunto Obama, dove Gheddafi sta tentando di mettere fine alla rivolta. Il presidente ha parlato nel corso di una conferenza stampa alla Casa Bianca, insieme all'omologo del Messico Felipe Calderon. Obama ha anche detto che sta dirigendo le operazioni di assistenza umanitaria al confine libico e ha approvato l'uso di aerei militari per aiutare gli egiziani a tornare in patria. FRANCIA: "ITALIA SI TENGA IMMIGRATI" - Nel giorno in cui è partita la missione italiana in Libia per l'emergenza immigrati, il nuovo ministro dell'Interno francese, Claude Gueant, ha chiesto all'Italia di "tenersi" i migranti tunisini che, in fuga dal mondo arabo, arrivano sulle nostre coste. Il ministro nje ha parlato dopo una visita alla frontiera franco-italiana, il cui obiettivo era "monitorare il confine". Gueant ha fatto riferimento alla necessità di evitare che la crisi a Tunisi provochi l’arrivo in Francia, attraverso il territorio italiano, di migranti in fuga dal Nordafrica.   "Ci aspettiamo dai nostri amici italiani che agiscano in base alle regole europee", ha spiegato in un punto stampa a Nizza, nelle prefettura delle Alpi Marittime. "La responsabilità è del Paese che per primo li accoglie. Gli chiediamo di trattenere le persone che arrivano da loro e che si tengano coloro che gli rimandiamo dietro", ha affermato Gueant.