Democratici stanchi di Concita: "Lezioncine ci hanno stufato"
E insomma, c’è Concita De Gregorio che mi scivola sul fango, pensa te. Sulla gogna mediatica, nientemeno. E mica lo dicono quelli di Libero, che le mani nella fanghiglia sono abituati a mettercele, figuriamoci. Sono invece gli stessi parlamentari democratici che han voluto fissare nero su bianco l’irritazione per le tirate demagogiche del quotidiano diretto dalla signora più ammirata del giornalismo progressista, quella che i suoi editoriali sempre grondano di rispetto per le istituzioni e prerogative del Parlamento e via dicendo - concetti più che condivisibili, intendiamoci, e però sempre recitati con l’aria di chi t’insegna come ci si deve comportare. Succede dunque che dopo l’esternazione del deputato democratico Gino Bucchino - un paio di settimane fa denunciò offerte in denaro da parte della maggioranza per “convincere” alcuni colleghi d’opposizione a fare il salto della quaglia - succede che l’Unità tira fuori quel titolone, “Aula corrotta”. E però, dalle parti di Montecitorio, c’è chi non la prende bene. Tipo l’onorevole pd Emilia Grazia De Biasi, tra l’altro una di quelle che sempre s’è battuta per mantenere i contributi per l’editoria. «Apro il giornale, leggo quel titolo e rimango di sasso - ci conferma -. Ora, ammesso e non concesso che il caso in questione venga poi verificato dalla magistratura, non è che si può generalizzare in questo modo. Perché così si getta solo discredito sulle istituzioni». La De Biasi prende dunque carta e penna e butta giù una lettera di protesta, «ho scritto al direttore De Gregorio esprimendole la mia amarezza e spiegando in sostanza che, visto che non tutti siamo uguali, desidererei salvaguardare la mia onorabilità». E attenzione, subito precisa che «non sto sindacando sulla linea editoriale del giornale, figuriamoci. Ma qui si tratta di informare correttamente. Ma come, ci lamentiamo del discredito che viene gettato sulle istituzioni, e poi lo fa proprio l’Unità?». Appunto. E dunque, la De Biasi scrive, ma in tanti subito sottoscrivono. Più di cento, come detto. E poi? Avete avuto risposta? «Assolutamente no - conclude la De Biasi -. Ho ricevuto una cortese chiamata dal vicedirettore, «non c’era alcuna intenzione offensiva, non avete capito», così mi ha detto. E però certo, mi sarei aspettata una risposta scritta dal direttore. In genere si fa così, no?». Ah be’, meglio chiedere alla De Gregorio: lei di certo lo sa, come ci si comporta. di Andrea Scaglia