Fini: "Su sexgate decide Giunta per il regolamento"

Privitera Andrea

Il presidente della Camera, Gianfranco Fini, ha annunciato all’ufficio di presidenza l’arrivo della lettera della maggioranza che chiede di sollevare il conflitto di attribuzione sulla vicenda Ruby.  Fini, secondo quanto si è appreso, ha ricordato tre casi precedenti di conflitto di attribuzione, e ha poi chiesto che sia effettuato un approfondimento dalla giunta per il procedimento, che dovrebbe essere convocata per la prossima settimana, "LETTERA SARA' RIMESSA A PRESIDENTE GIUNTA" - Il presidente della Camera avrebbe sottolineato che come di prassi in questi casi, per il merito della questione, la lettera con cui si chiede di sollevare il conflitto di attribuzione "sarà trasmessa al presidente della giunta per le autorizzazioni" in modo da acquisirne "l'orientamento", in quanto organo competente nella materia. Il leader futurista avrebbe anche sottolineato che si riserva di acquisire le valutazioni del presidente della giunta per le autorizzazioni anche sul "carattere ostensibile o meno dei documenti" allegati alle lettera.   "NECESSARIO UN APPROFONDIMENTO" - Quanto al ruolo dell’aula della Camera che viene indicato dai capigruppo di Pdl e Lega quale "sede ultima delle decisioni", Gianfranco avrebbe fatto presente che la "consolidata prassi procedurale" sui conflitti di attribuzione prevede che quando si tratta di valutare se elevare oppure no un conflitto da parte della Camera nei confronti di un altro potere dello Stato, all’Ufficio di presidenza è riconosciuto" un ruolo di filtro". Ragione per la quale la valutazione negativa da parte di questo, in passato, ha condotto alla mancata sottoposizione della questione all’Assemblea".  Sul caso in esame, non riconducibile "in maniera immediata" ai precedenti in materia, Fini avrebbe sottolineato di ritenere opportuno "che la questione sia oggetto di approfondimento" dalla Giunta per il Regolamento in modo da poter acquisire tutti gli elementi utili per definire la procedura da seguire in riferimento alle prerogative dell’ufficio di presidenza e della assemblea. I PRECEDENTI SUL CONFLITTO DI ATTRIBUZIONE - Tra i precedenti citati nel pomeriggio di mercoledì nell'ufficio di presidenza, il caso Faggiano-Sardelli, che risale alla XIV legislatura, quando l'ufficio di presidenza respinse la proposta di elevare il conflitto di attribuzione nei confronti dell’autorità giudiziaria riguardo alla prerogativa della Camera di giudicare dei titoli di ammissione dei deputati, secondo quanto previsto dall’articolo 66 della Costituzione. Poi il caso D’Elia (XV legislatura), quando alcuni deputati della Rosa nel pugno avevano invitato l’ufficio di presidenza a valutare se ci fossero i presupposti per elevare un conflitto di attribuzione davanti alla Corte Costituzionale in riferimento ad una mozione del Consiglio regionale della Toscana nella quale si esprimeva un giudizio fortemente critico sull'elezione di un segretario di presidenza della Camera dei deputati. L’ufficio di presidenza stabilì l’insussistenza dei presupposti per l’elevazione di un conflitto nei confronti della Regione Toscana. Sempre nel corso della XV legislatura, c'è poi il caso Mancini, quando il parlamentare chiese di valutare la possibilità di elevare un conflitto di attribuzione nei confronti dell’autorità giudiziaria per violazione dell’articolo 68 della Costituzione in materia di intercettazioni. Allora, la giunta per le autorizzazioni, cui era stato chiesto un parere, stabilì che non c'era stata alcuna violazione della Carta costituzionale. Di conseguenza l’ufficio di presidenza della Camera prese atto che non vi erano i presupposti per elevare il conflitto di attribuzione.