Sandro Bondi scioglie la riserva: "Mi dimetterò"
"Dalla sinistra alla destra la soddisfazione per le mie dimissioni è unanime. Stiano sereni, presto li accontenterò". A scriverlo è il ministro dei Beni Culturali Sandro Bondi in una lettera pubblicata su il Giornale, all'indomani delle indiscrezioni sull'imminente rimpasto di Governo, che indicano il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Paolo Bonaiuti probabile sostituto alla poltrona occupata dal coordinatore nazionale del Pdl. LA LETTERA - Nel sottolineare come abbia accettato l'incarico di ministro della Cultura "perché convinto che su questo terreno si giocava una partita importante se non decisiva sull'identità del centrodestra", Bondi ammette gli errori ma ricorda anche i traguardi del suo operato: "Ho realizzato - dice - delle riforme importanti e ho imposto una linea alternativa, in senso compiutamente liberale e riformatore, alla politica culturale della sinistra". "Purtroppo - continua - in questo sforzo non sono stato sostenuto con la necessaria consapevolezza dalla stessa maggioranza di governo che avrebbero potuto imprimere insieme a me una svolta nel modo di concepire il rapporto tra stato e cultura in Italia". Bondi tiene a ricordare di non aver "mai scaricato su altri la responsabilità della mancanza di fondi" e punta il dito sul decreto Milleproroghe che avrebbe ulteriormente "evidenziato la mia incapacità di mantenere fede agli impegni che avevo preso".