Mortadellone Prodi rifiuta la pensione: "Mi chiedono di tornare in politica"

Privitera Andrea

Ma sarà vero? Noi ci permettiamo di dubitarne. Lui dice che è così. Giudicate voi. Intervista a Famiglia Cristiana di Romano Prodi, il professore Riciccia (o Rieccolo) del Pd. Racconta Prodi: «Ormai non posso nemmeno scendere per strada. La gente mi riconosce e mi dice: torna, torna». Sembra il famoso sketch di Corrado Guzzanti. Prodi è alla stazione di Bologna, impalato sulla banchina. Spiega: «Passa il treno, ne passa un altro, ne passano dieci e io non mi muovo, aspetto». La gente è preoccupata. «Ma professore, - dice - sta bene?». Sta benissimo, il Professore. Benissimo e immobile. Passano, oltre ai treni, anche gli uccelli che gli cacano in testa. E lui sempre fermo. Trascorrono i giorni e i mesi. Arriva l’estate, il sole brucia. Sempre fermo. Arriva anche l’autunno. Il capostazione gli porta una coperta. Armato di rasoio, gli fa la barba. Prodi è sempre fermo. Torna Natale, la neve. Lui immobile. Il tempo passa, pure Franceschini invecchia. Prodi no. «Io sono sempre uguale, sono l’unico leader europeo senza metabolismo, perché sto fermo. Questo è il senso dell’Ulivo. L’Ulivo è un albero, mica va a spasso. E arriverà il momento in cui verranno da me». In ginocchio, naturalmente. Perché Prodi non dimentica le offese ricevute, le imboscate parlamentari, le cacciate (plurime cacciate) da Palazzo Chigi. Verranno e gli chiederanno scusa per averlo mandato via due volte. Gli diranno: «Non porterai mica rancore?». Ma no, quale rancore. Prodi non porta mai rancore. Si genufletteranno, i compagni in cerca finalmente di un leader. E lui zac. Come Karate Kid, sferrerà il colpo mortale e fonderà l’Ulivo 3. ASPETTA E SPERA - Ma il momento, a quanto pare, non è venuto. Prodi ha aspettato. Gli uccelli hanno fatto i loro bisogni. Bersani è diventato segretario. Vendola ha guadagnato punti e consensi. Persino Piero Fassino è riemerso dal dimenticatoio. E forse il capostazione-barbiere è andato in pensione. Lui niente. Sempre immobile ad aspettare invano. A fargli visita, ormai, andavano solo gli uccelli. Nessun treno per Roma e nessun compagno inginocchiato. E così, considerato che anche gli uomini senza metabolismo prima o poi invecchiano, il Professore è stato costretto a rompere gli indugi. Il rischio era l’immobilità eterna. Si è scrollato di dosso gli uccelli, Prodi. Si è concesso a Famiglia Cristiana, ha spiegato che fu lui, al tempo in cui presiedeva la Commissione europea, a sdoganare Gheddafi (ma «senza accettare umiliazioni»), ha lanciato un po’ di accuse a Berlusconi (tanto per non perdere l’abitudine) e ha raccontato: «Lunedì ero a Mantova e sono andato alla messa del mattino, per evitare di essere avvicinato. Ma un gruppo di fedeli anziani mi ha circondato e mi ha chiesto di tornare a guidare questo Paese». Non risulta che gli anziani fedeli lo abbiamo portato in processione. Mai dire mai, però: in una prossima intervista, il Professore potrebbe anche svelare nuovi particolari sulle folle osannanti. Nell’attesa, ritorniamo a Mantova, fine della messa mattutina, con i fedeli che circondano Prodi, lo accarezzano, lo supplicano, gli chiedono un ciuffetto di capelli, un triangolino di camicia o di giacca, gli baciano la mano. Lui ansima, sorride, bofonchia e non fa zac. Per il momento, niente Karate Kid. Prodi non è vendicativo. E poi Veltroni non era tra i fedeli. PUNTO DI PARTENZA - Tutti lo cercano, tutti lo vogliono. E a questo punto, visto che Romano Prodi non racconta bugie, bisogna sciogliere solo un dubbio: il Pd è talmente malmesso che persino Prodi ha la possibilità di tornare oppure è Prodi ad essere talmente conciato male da pensare di poter tornare e riconquistare Palazzo Chigi? Amletici dubbi a sinistra. Con una sola certezza: dopo sedici anni, due defenestrazioni, infinite polemiche e insuccessi, la sinistra o centrosinistra che dir si voglia è ancora al punto di partenza. O di nuovo al punto di partenza. All’inizio, dopo la meteora Occhetto, fu Prodi. Oggi, dopo Bersani, potrebbe essere sempre Prodi che vorrebbe vestire i panni di Karate Kid per combattere contro Berlusconi e anche per far fuori i compagni che lo tradirono e lo mandarono alla stazione di Bologna con tutti quegli uccelli che gli volavano in testa. Zac, un colpo a Veltroni. Zac, un altro colpo a Bersani. E uno pure a D’Alema. E il Professore si siede al vertice del Pd, alleato non più di Bertinotti ma di Vendola e con Casini forse nei panni di Mastella, Arturo Parisi gran consigliere e Rosy Bindi accanita sostenitrice. Sedici anni (l’Ulivo fu fondato nel 1995, mese di febbraio). E la tentazione della grande ammucchiata è sempre lì, immobile alla stazione in attesa del treno. In carrozza. Guida (forse) Romano Prodi, il leader senza metabolismo alla testa di un partito col futuro dietro le spalle. E gli uccelli continuano a fare i loro voli e tutto il resto. di Mattias Mainiero