"Il 'bunga bunga'? A sinistra piace". Parola del Cav
"Vi assicuro che ero in buonafede. Quella telefonata l'ho fatta in buonafede". E' lo sfogo di Silvio Berlusconi sul caso Ruby: al termine del voto di fiducia sul 'Milleproroghe' il premier ha confidato ad alcune deputate come la telefonata alla Questura di Milano che ha dato il là all'inchiesta della Procura di Milano sia stata in totale buonafede. "Non ho commesso alcun reato - ha aggiunto il Cavaliere - e per questo non mi pento". Nel frattempo è arrivata una conferma non ufficiale sul processo: i legali del premier, Niccolò Ghedini e Pietro Longo, non presenteranno istanza di legittimo impedimento per l'udienza di lunedì prossimo del processo sui diritti tv Mediaset, in cui Berlusconi è imputato per frode fiscale. In ogni caso lunedì il presidente del Consiglio non si presenterà davanti ai giudici. TENSIONE CONTINUA - Di fatto, è l'ennesimo momento di tensione tra Cavaliere e giustizia. "E' una persecuzione giudiziaria - ha detto ad alcune deputate Pdl -, ho speso 340 milioni di euro in avvocati, calcolate che Mondadori ne vale 360...". E poi l'affondo sulla Corte Costituzionale: "La Consulta ci boccia sempre le leggi che facciamo, così è difficile lavorare". Sotto accusa l'atteggiamento pregiudiziamente ostile della Corte. "Non sono più disposto ad accettare che una legge approvata dal Parlamento venga abrogata da giudici che per la gran parte provengono da sinistra - avrebbe confidato Berlusconi -, non ce la faccio più, è inaccettabile". BUNGA BUNGA - In seguito il Premier è intervenuto in una conferenza stampa per presentare la fondazione culturale intitolata a Franco Zeffirelli. E ne ha approfittato per scherzare con i giornalisti presenti: "Anche la sinistra è stata conquistata da questa mia visione della vita - ha detto - oggi sono entrato in Parlamento e anche la sinistra mi ha detto che voleva venire a fare il bunga bunga". Il premier e i giornalisti, però, sono stati prontamente "ripresi" dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta che ha chiesto solo "domande attinenti al tema". In seguito, rispondendo a un giornalista di SkyTg24 che gli voleva consegnare un plico contenente le regole di un dibattito tv a cui dovrebbero partecipare i leader di maggioranza e opposizione, ha accettato l'invito e ha affermato: "Dicono che sono un dittatore. E allora faccio come il generale Franco che quando riceveva cose di questo genere diceva 'graziè e poi 'al fuegò, cioè al fuoco...".