Rivolte in Yemen, uno studente ucciso a Sanaa
Ancora scontri e vittime nel nono giorno di proteste in Yemen. Nella mattinata di sabato uno studente è stato ucciso negli scontri tra i manifestanti anti-regime e la polizia, vicino al campus universitario di Sanaa. Almeno cinque i feriti. VENERDI' - Sono invece morte quattro persone durante gli scontri di venerdì, in cui centinaia di persone hanno protestato nelle maggiori città del paese. Oltre che nella capitale Sanaa, le proteste si sono scatenate anche ad Aden e Taiz, la seconda città più grande del Paese. La richiesta dei manifestanti sono le dimissioni presidente Ali Abdullah Saleh, alleato degli Stati Uniti e al potere da 32 anni. Un appello pubblicato sui social network Facebook e Twitter chiede agli yemeniti di unirsi a diverse rivolte di "un milione di persone" nel "venerdì della rabbia" in tutte le città dello Yemen. BAHREIN - Nel Paese, la coalizione Wefaq, il principale gruppo di opposizione sciita, ha posto una condizione non negoziabile: "Il governo dovrà rassegnare le dimissioni e ritirare i soldati dalle strade di Manama": Viene così respinta l'offerta di dialogo avanzata da re Hamad, riferisce l'emittente Bbc. Negli scontri di venerdì i feriti sono stati almento 50: gli scontri sono scoppiati durante i funerali dei 4 manifestanti uccisi nei giorni precedenti. GRAN PREMIO - Il primo Gran Premio della stagione 2011 dovrebbe tenersi il 13 marzo proprio in Bahrein. Attualmente non ci sarebbero le condizioni di sicurezza per disputare la gara, che potrebbe saltare e non essere recuperata. Venerdì sera, il patron del circus della Formula 1, Bernie Ecclestone, si è detto "più ottimista" sulla possibilità di disputare il primo Gran Premio. "Spero che non dovremo modificare il calendario", ha chiosato Ecclestone. ALGERIA - Anche nel centro di Algeri ci sono stati feriti e cariche della polizia. Circa 400 manifestanti hanno sfidato il divieto di manifestare nella capitale, raccogliendosi in piazza 1° maggio, luogo simbolo per l'opposizione. Secondo le testimonianze, le forze di sicurezza algerine cercano di impedire ai manifestanti di sostare. I passanti vengono picchiati, riferiscono dei testimoni. "Il dispositivo di sicurezza", spiega il sito del quotidiano indipendente Al-Watan, "è presente in modo massiccio, molto più numeroso della settimana scorsa, ed ha di fatto chiuso quasi ermeticamente la piazza". KUWAIT E OMAN- Le proteste sono dilagate anche in Kuwait. L'epicentro, una manifestazione a Jahra, a nordovest di Kuwait City, dove i feriti sarebbero una trentina e gli arrestati oltre 50. La protesta sarebbe stata alimentata dai beduini a cui non viene riconosciuta la nazionalità kuwaitiana. La protesta si espande a macchia d'olio e tocca anche l'Oman, dove si tengono cortei anti-governativi dove la richiesta è sempre la stessa: "Democrazia". I manifestanti vogliono anche "soldi e lavoro".