Donna, bella e occidentale: la stuprano Il nuovo Egitto che non cambia mai

Giulio Bucchi

Il lato oscuro della rivoluzione egiziana ha i capelli biondi e gli occhi azzurri di Lara Logan. Era lei, 39enne bella e aggressiva reporter, la voce del network Cbs dal Cairo. Inviata del programma '60 minutes', raccontava quello che succedeva in piazza Tahrir, il cuore della protesta anti-Mubarak. Decine di migliaia di manifestanti, centinaia di agenti della polizia del regime. Il pericolo, credevano gli osservatori occidentali, era la repressione. Invece, per la Logan, la violenza è arrivata dai 'liberatori'. Alcune decine di egiziani l'hanno molestata. Stuprata. "Nella calca di folla, è stata separata dalla sua troupe - ha fatto sapere in una nota la Cbs -. Era circondata ed ha subito un costante e brutale aggressione sessuale e percosse, prima di essere salvata da un gruppo di donne e una ventina di soldati egiziani". Un'aggressione durata mezz'ora, un agguato dato dalla rabbia e dalla violenza latente, ma non solo. La violenza alla bionda, ricca, occidentale e soprattutto donna Logan, come ha ricordato Lucia Annunziata su 'La Stampa' di oggi, è il riflesso di una visione femminile distorta, tipica della cultura egiziana, per molti versi maschilista e retrograda, non necessariamente legata alla religione. "Il 98% delle donne straniere vengono molestate in pubblico in Egitto", sottolinea l'Annunziata. La molestia e lo stupro come segno di disprezzo e come arma per ribadire la subalternità della donna dal punto di vista politico e sociale, una clava contro l'emancipazione. GLI AUGURI DI OBAMA - Mentre l'Europa ha voltato lo sguardo dall'altra parte, gli Stati Uniti stanno dolorosamente facendo i conti con il fatto. Il presidente Barack Obama ha telefonato alla Logan (rientrata in patria subito dopo l'accaduto, col primo volo), da poco dimessa dall'ospedale di Washington dove era stata ricoverata. Obama avrebbe espresso le sue preoccupazioni per le condizioni di salute della donna. La Casa Bianca, attraverso il portavoce Jay Carney, ha chiesto che "i responsabili queste azioni siano portati davanti alla giustizia".