Iran in piazza, c'è un morto: sarà il 1989 dell'Islam?

domenico d'alessandro

Violenti scontri,  sono in corso in questi minuti a Teheran. La situazione, secondo il racconto dei giornalisti stranieri presenti nella Capitale iraniana, è molto complessa: "Il centro della città è piombato nel caos totale", dichiara il corrispondente della Bbc, che parla anche di "numerosi arresti". Stando alle agenzie, le forze dell'ordine iraniane hanno usato lacrimogeni per disperdere una grossa manifestazione organizzata dall'opposizione. Le violenze tra manifestanti e polizia, secondo i siti internet dell0opposizione, avrebbero addirittura provocato un morto. IMMEDIATA CENSURA DEL WEB - Il corteo ha letteralmente invaso la centralissima piazza Enghelab. Sembra che la gente sia scesa in strada per sostenere le rivolte in Egitto e Tunisia: mentre imperversavano le proteste nei due stati nord africani, l'opposizione iraniana aveva dichiarato che "il prossimo regime a cadere sarà quello di Ahmadinejad". Quella di oggi è la prima manifestazione di piazza dal dicembre 2009, quando in migliaia scesero per le strade della Capitale per protestare contro le contestate elezioni presidenziali di qualche settimana prima: in quella occasione furono uccise otto persone. La sicurezza è stata rafforzata, così come sono stati bloccati gli accessi ai siti Internet. Inoltre, i canali satellitari stranieri sono stati oscurati. AGENTI ATTORNO ALLA CASA DI MOUSSAVI - Nella mattinata era cominciata una "marcia silenziosa" ma non autorizzata. Gli organizzatori volevano arrivare fino a piazza Haft-e Tir, vicinissima a piazza Enghelab. Nessuno slogan né striscioni nel corteo. I leader dell'opposizione, Mirhossein Moussavi e Mehdi Karroubi avevano chiesto alla popolazione di partecipare in massa alla protesta. Moussavi e sua moglie, però,  non sono riusciti a raggiungere la manifestazione in quanto bloccati in casa da un presidio di sicurezza posto all'esterno dell'abitazione. L'INVETTIVA DI GHEDDAFI - In risposta alle rivolte si è espresso anche il leader libico Muammar Gheddafi, che ha rivolto tramite la tv di Stato un appello a tutti i Paesi  musulmani, affinchè uniscano le loro forze contro i poteri occidentali.  Il mondo, ha detto, è diviso in bianco - riferendosi agli Stati Uniti, all’Europa e ai loro alleati - e in verde, intendendo il mondo  musulmano. “Il colore bianco ha deciso di sbarazzarsi del colore  verde - ha detto Gheddafi - Questi Paesi dovrebbero essere uniti contro il bianco, perchè tutti questi Paesi bianchi sono nemici dell’Islam”. Gheddafi ha poi citato il leader di al-Qaeda Osama  Bin Laden, dicendo che tutti gli atti commessi dalla rete terroristica sono contrari all’Islam in quanto uccidono persone innocenti. Ma c'è  una spiegazione politica per l’emergere di militanti islamici, ha  aggiunto. “Perchè è emerso questo movimento? - si è chiesto - E' una risposta all’arroganza americana nei confronti della nazione islamica e una risposta alla sua egemonia sul mondo islamico”. "CADUTA DEL MURO DEL MAGHREB" - Il ministro dell'Interno Roberto Maroni, commentando le rivolte in Tunisia ed Egitto, aveva parlato di "caduta del muro del Maghreb" e di "possibile 1989 dell'Islam". Un timore che, a questo punto, sembra quanto mai realistico. Sempre a proposito delle rivolte in Medio oriente, il ministro ha proposto una riunione straordinaria del Consiglio europeo.