Premier, il declino di Fini: "Alle urne prende l'1,6%"

Andrea Tempestini

Silvio Berlusconi prosegue la sua serie di interventi, e domenica è tornato a parlare di toghe e giustiza. Dopo le telefonate di sabato, il premier ha parlato in un messaggio audio inviato al sito dei Promotori della Libertà: "Mentre da noi alcuni magistrati perseverano nell'intromettersi illegittimamente nella vita dei cittadini e certi giornali sembrano concentrati a guardar nel buco della serratura, nel mondo e precisamente alle nostre frontiere stanno avvenendo dei cambiamenti epocale". Il premier non dimentica nemmeno Ginfarnco Fini, fotgrafandone il declino politico: "Alle urne prenderebbe appena l'1,6 per cento". SITUAZIONE POLITICA - La priorità politica del Belpaese, sottolinea il Cav, è la "stabilità". C'è bisogno di "governabilità, cioè di un governo capace di governare e di realizzare le riforme che sono necessarie. Questo è tanto più necessario in un momento di perduranti difficoltà dell'economia e di gravi rivolgimenti a livello internazionale". Quindi una battuta sull'ipotesi di tornare alle urne: "Se andassimo a nuove elezioni, ad un nuovo governo, si ripresenterebbero gli stessi problemi di oggi, per di più aggravati da una lunga e feroce campagna elettorale. Abbiamo quindi", ribadisce Berlusconi, "il dovere di continuare a governare qui e ora". Il Cav ha seccamente respito anche alcune indiscrezioni di stampa, secondo le quali l'esecutivo sarebbe intenzionato a cambiare il ministro della Giustizia: "Fantasiose voci, la nostra attenzione è concentrata su ben altro". FEDERALISMO - Un altro dei temi caldi è quello della riforma federale: "Il governo ha fatto un ulteriore passo in avanti nell'approvazione del federalismo fiscale, approvazione che completeremo in Parlamento nel pieno rispetto delle procedure previste dalla stessa legge di riforma (e delle indicazioni del Capo dello Stato). Si tratta di un risultato estremamente positivo, di una riforma fondamentale per rendere l'Italia più moderna e efficiente". STOCCATA A FINI - Il Cav riserva un pensiero anche all'ex alleato Fini: "Il paradosso è che il germe della divisione è stata inoculato proprio da uno dei fondatori del Pdl, l'onorevole Fini, eletto proprio con il voto della nostra maggioranza a presidente della Camera". Gianfranco "è passato all'opposizione e si è alleato con la sinistra tradendo il voto degli elettori, consegnandosi così ad un futuro che gli esperti valutano appena all'1,6%» ha detto il Berlusconi nel suo messaggio ai Promotori della Libertà". Il presidente della Camera ha poi replicato: "E' triste notare che Berlusconi ripete sempre le stesse cose per distrarre gli italiani dal suo fallimento". Dopo le parole di Berlusconi ha parlato anche il leader dell'Udc, Pier Ferdinando Casini: "Attenti alle metodologie di contestazione a Berlusconi, perché sono funzionali a lui", avverte il centrista. "Io lo chiamerei in tv e gli chiederei: da quando è sceso in piazza quali problemi ha risolto? Invece si riparte con le contrapposizioni, lui ci sguazza. Il premier sa benissimo che la contrapposizione ideologica non c'è ma lui ne ha bisogno", ha concluso Casini.