Proteste in Yemen, elezioni rinviate Saleh si fa da parte
Passo indietro del presidente dello Yemen, Ali Abdullah Saleh. Dopo le proteste dei giorni scorsi che ne chiedevano le dimissioni, Saleh ha rinviato le elezioni politiche previste per aprile ma ha annunciato il congelamento degli emendamenti costituzionali con cui puntava a ottenere un nuovo mandato. "Nessuna proroga, nessuna successione familiare, nessun orologio che si ferma", ha assicurato poco prima di nuove manifestazioni a Sanaa già ribattezzate come "il giorno della rabbia" dello Yemen. Parole con cui ha di fatto annunciato il suo ritiro alla scadenza del mandato, nel 2013, con l'assicurazione che non candiderà a succedergli il figlio. RIVOLTA SCONGIURATA? - Il presidente yemenita ha fissato per oggi una riunione del Parlamento a camere riunite, alla vigilia della 'Giornata della Collera' proclamata per giovedì nel Paese arabo dalle opposizioni, sSulla scia delle proteste in corso in Egitto contro il presidente Hosni Mubarak. Giovani ed esponenti dell’opposizione si stanno organizzando attraverso il social network Facebook e il sito di microblogging Twitter. Gli analisti avevano previsto che dopo le proteste in Tunisia e quelle in corso in Egitto, lo Yemen diventi il nuovo fronte della rivolta popolare contro il governo se Saleh non avesse varato riforme adeguate per contenere il malcontento della popolazione. Bisogna vedere quale sarà la reazione degli insorti di fronte alle decisioni prese oggi dal presidente. Prima di queste dichiarazioni, Saleh aveva disposto l'assorbimento nelle istituzioni pubbliche del 25% degli studenti universitari e stabilito l’esonero per gli studenti dal pagamento della retta universitaria per l’anno accademico in corso. Saleh, alleato strategico degli Usa nella lotta ad Al Qaeda e al terrorismo, è da 32 anni al potere nel più povero tra i Paesi arabi.