La Minetti dai pm: "Arcore, nessuna prostituzione"

Privitera Andrea

Le ragazze di Arcore non erano prostitute. E' questa la difesa di Nicole Minetti, consigliere regionale in Lombardia ascoltata a sorpresa domenica pomeriggio dai pm milanesi nell'ambito dell'inchiesta 'Rubygate'. Durante l'interrogatorio, la Minetti ha negato che il suo ruolo nelle feste nella villa di Silvio Berlusconi fosse la gestione della 'casa chiusa' del premier. SILENZI E ASSENSI - L'ex velina di 'Scorie' e Colorado cafè si è avvalsa tre volte della facoltà di non rispondere alle domande dei pubblici ministeri: la prima volta per le dichiarazioni della 'signorina due lauree', sua amica di scuola che ha raccontato una cena libidinosa a casa del Presidente del Consiglio che sarebbe avvenuta lo scorso 19 settembre. La seconda per l'intestazione del contratto d'affitto per le ospiti di Berlusconi. Infine, il terzo silenzio ha riguardato il prestito di un'auto a Marysthell Gacìa Polanco, di cui si sarebbe servito anche il ragazzo di lei. Ad ogni modo, i pm hanno comunque ricevuto alcune risposte: la Minetti ha infatti detto di aver gestito la 'dimora' di via Olgettina, di essere l'organizzatrice di serate per il premier, dal quale avrebbe ricevuto del denaro - circa 22 mila euro - sottoforma di prestito. INTERROGATORIO ANTICIPATO - In origine, la Minetti doveva essere sentita dai magistrati oggi, ma la data è stata anticipata a domenica per evitare l'assedio dei giornalisti. Si tratta del primo e ultima udienza a cui la consigliera regionale è stata sottoposta. La prossima puntata dell'inchiesta sarà il voto di giovedì prossimo alla Camera, che dovrà decidere se spostare o no il processo da Milano al Tribunale dei ministri.