Affittopoli, il Trivulzio si nasconde ancora

Andrea Tempestini

Prima il Comune, poi il Policlinico. La battaglia di Libero per portare alla luce l'Affittopoli milanese sta portando i suoi frutti. A "cedere" sulla trasparenza ha iniziato Palazzo Marino, dopo 18 giorni di campagna stampa. Sul sito web del Comune sono stati pubblicati indirizzi e intestatari degli affitti a prezzo stracciato in immobili di pregio (LEGGI LA LISTA COMPLETA). Quindi ha seguito l'esempio anche il Policlinico, con una lista-monstre online sul portale della Fondazione Ca' Granda.  Sul sito del Comune, nel giorno in cui Palazzo Marino annuncia che da metà settimana prossima l'elenco degli immobili sarà completato con le date, lo stesso elenco sparisce dall'homepage. L'istituto Trivulzio aveva pubblicato una lista gravemente incompleta: mancano numero civico, metratura, canone e soprattutto l'intestatario. Continua la presa in giro alla trasparenza del Pio Albergo. La campagna di Libero contro gli sprechi di Palazzo Marino ha archiviato un altro successo: il Comune ha reso pubblico l'elenco di tutte le consulenze esterne disposte dalla giunta Moratti negli ultimi quattro anni. L'articolo di Matteo Legnani Mistero sui nomi degli affittuari. Mistero sull’ammontare annuo del canone dei singoli appartamenti. Mistero sulle date in cui quei contratti sono stati siglati. L’elenco di immobili messo ieri online sul suo sito internet dal Pio Albergo Trivulzio è una presa in giro alla trasparenza. Fornisce gli indirizzi degli immobili, ma laddove il Trivulzio abbia più appartamenti nello stesso stabile, indica la metratura complessiva e il canone d’affitto annuo complessivo, impedendo di sapere a quanto ammonti quello dei singoli appartamenti. Esempio: vi si legge che in corso di Porta Romana 116 e 116/A sono stati stipulati contratti “liberi” (cioè non a canone convenzionato) per complessivi 1.651 metri quadrati, per i quali il Trivulzio percepisce ogni anno 215.520 euro. Le unità immobiliari sono 67, ma non è dato sapere quanto paghi ciascuno di quei 67 affittuari. Ora, 215.520 diviso 67 fa 3.216 euro l’anno, ossia un affitto medio per unità immobiliare di 268 euro al mese. Un canone al quale a Milano non si affitta nemmeno un monolocale nel quartiere più sfigato della città. Ma, non bastasse, la questione è anche e soprattutto un’altra: infatti, nel bando del 14 maggio 2010 col quale gli appartamenti di corso di Porta Romana 116 e 116/a sono stati assegnati, se ne trovano alcuni con un affitto al metro quadrato da 119 euro l’anno e altri da 171 euro. Una disparità enorme, per trattarsi dello stesso indirizzo. «Chi e come decide chi va nell’appartamento da 119 euro piuttosto che in quello da 171? O ancora, sempre prendendo il bando del maggio 2010, chi decide chi va ad abitare in periferia in 46 mq in via Paolo Bassi per 4.150 euro l’anno e chi invece in 58 metri nell’elegante via Petrarca per 4.185 euro?» attacca la consigliera comunale Carmela Rozza, che si occupa del tema casa per conto del Pd. «Domanda ancor più legittima - prosegue la Rozza - considerato che i criteri di assegnazione delle singole case sono oscuri: non c’è un’asta o altro meccanismo trasparente». Certo, ci sono appartamenti in condizioni migliori e appartamenti in condizioni peggiori, «ma il problema è che il Trivulzio non divulga nemmeno le spese richieste per le ristrutturazioni, che sono in carico agli affittuari proprio in considerazione del modesto ammontare delle locazioni». La presidente della commissione comunale Casa, Barbara Ciabò, è sempre più convinta che «la vera Affittopoli» sia «quella del Pio Albergo Trivulzio. Da lì non è mai uscito nulla, è un fortino inviolabile. Per questo - promette - intendo riunire a giorni la commissione Casa e convocare il presidente del Trivulzio Emilio Trabucchi, che ci dovrà portare l’elenco completo degli immobili dell’Ente, appartamento per appartamento con tanto di canoni e nomi degli affittuari».